18 mar 2010

La violenza sui bambini: sai davvero cos'è?

link sponsorizzati

L’abuso, di per sè fatto odioso, quando colpisce i bambini diventa insopportabile. Si tratta, a mio avviso, di una violenza non solo verso il soggetto che la patisce, ma verso noi stessi: colpire un bambino equivale a colpire la nostra intimità nativa, la nostra infanzia. Ed è un colpo anche al nostro futuro: un bambino che ha subito abusi sarà facilmente un adulto capace di compiere abusi a sua volta.
Attingendo da varie fonti, ecco alcune informazioni che ritengo utile contribuire a diffondere.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS-WHO) nel 2002 presentò a Bruxelles il "Primo rapporto mondiale su violenza e salute", l’idea era quella di sposare la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo e andare più in là, affermando che la violenza è un problema di salute pubblica mondiale di importanza capitale.
Che ha conseguenze sulla salute (alcol, droga, fumo, disturbi alimentari e del sonno, malattie sessualmente trasmesse), che però è prevenibile e non certo inevitabile status della condizione umana; che deriva interazione di fattori individuali, familiari, comunitari e strutturali; che le politiche di salute pubblica basate sulla prevenzione possono diminuire la violenza.
La novità culturale del rapporto fu stabilire che le turbative dell’infanzia non sono dovute al caso, esiste semmai una inoppugnabile relazione tra la cultura di un popolo e quanto è considerato legittimo e corretto fare da parte degli adulti.
«Per maltrattamento all’infanzia – secondo la definizione dell’OMS - si intendono tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commerciale o altre, che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere».
Comportamenti intenzionali o meno poco importa. Le forme di abuso che riguardano l’infanzia sono diverse e diversamente colpiscono chi le subisce.

Le principali forme di abuso
> trascuratezza: grave e/o continua mancanza di cure nei o insuccessi in alcune importanti aree dell’allevamento che determinino un danno significativo alla salute o allo sviluppo
- maltrattamento fisico: danno causato da aggressioni fisiche, prepotenze, punizioni corporali o gravi attentati all’integrità fisica e alla vita.
- maltrattamento psicologico: pressioni psicologiche, i ricatti affettivi, il rifiuto e l’indifferenza, lo spregio, e ogni comportamento che limita lo sviluppo di competenze cognitivo-emotive fondamentali come l’intelligenza, l’attenzione, la percezione, la memoria.
- abuso sessuale: coinvolgimento di un minore in atti sessuali, anche senza contatto fisico (il bambino, in ragione del suo sviluppo pscicofisico non completo, non può liberamente acconsentire e l’adulto è palesemente preminente), lo sfruttamento
sessuale di un bambino o adolescente, la prostituzione infantile e la pedopornografia.
Ma attenzione anche a forme meno convenzionali e forse in espansione: riduzione in schiavitù e l’emarginazione prodotta dall’immigrazione clandestina.
Hanno effetto di abuso inoltre i comportamenti maturati in ambito familiare deviati, come l’alcolismo, la tossicodipendenza dei genitori, le malattie psichiatriche, la violenza assistita su persone che costituiscono un riferimento affettivo (es. i maltrattamenti del padre sulla madre).
Altre forme più sottili recentemente avvalorate sono la trascuratezza emozionale (comportamenti reattivi che comportano calunnie, critiche, svalutazioni) e l’abuso emozionale. Quest’ultimo si concretizza in una relazione inappropriata stabile, dove i confini con il giusto comportamento sono labili (secondo una definizione sono tipizzabili come segue: “indisponibilità, trascuratezza, non responsività emozionale; qualificazioni negative e mistificanti del bambino; interazioni con il bambino inappropriate o incongrue rispetto alla fase evolutiva; mancato riconoscimento e mancata consapevolezza dell’individualità del bambino e dei confini psicologici; mancata promozione dell’adattamento sociale del bambino”).
L’abuso emozionale è subdolo e particolarmente pericoloso perché i genitori che ne sono protagonisti generalmente non ne sono consci.
Indipendentemente dal tipo, l’abuso produce patologie. E poiché si manifesta prevalentemente nella famiglia, tale comportamento è facilmente cronico, sicché il danno rischia di essere grave e può manifestarsi anche dopo anni. Formano, tra l’altro un nuovo genitore a sua vola abusante.

Nessun commento: