3 giu 2012

L’occhio del Grande Fratello sul terremoto

Nei luoghi colpiti dal terremoto, in Emilia, nel weekend sono arrivati quelli che la stampa non esita a definire i turisti del dolore.
Persone, alcune con famiglia al seguito, che vanno a visitare i paesi colpiti dal cataclisma e vi scattano fotografie.

Chi sono costoro?
Curiosi e ammalati di vouyerismo in stile televisivo? Oppure persone che vogliono toccare con mano la dimensione della tragedia per capire al di là dei filtri e dei media? Come distinguere?
L’idiota che si fa ritrarre con alle spalle la nave da crociera Concordia (ricordate?) è della prima specie e siamo tutti d’accordo che si tratta, appunto, di un idiota, che desidera entrare nel fatto, mendicarne uno spazio, quello che può, semplicemente con una immagine che finirà sul desktop del pc o sul comò e che gli servirà per dire “io c'ero” a qualche amico tonto come lui. Di questa specie sono quei “turisti” che visitarono il paese di Avetrana per “odorare” il cilma dopo la morte di Sarah Scazzi: cosa c’era lì da vedere?
Invece sarei cauto nel denunciare chi desidera andare oltre i racconti, spesso spettacolarizzati e votati alla retorica commiserazione, dei media. Un conto è una immagine un conto è vedere la situazione e “sentire” sulla pelle la situazione drammatica e non si può a priori sostenere che questa sia solo una curiosità. Il terremoto non ha raso al suolo i paesi, si è insinuato in essi portando dolore e disagi in mezzo alla vita che continua, disagi concreti e non lontani, remoti, impossibili, che potrebbero capitare a chiunque e che non si comprendono, nella loro portata, solo sfogliando i giornali.
Naturalmente bisogna fare i conti col buon senso, che dice che sui quei luoghi si va per aiutare, non per intralciare o scattare banali foto ricordo (un reportage è infatti cosa diversa), ma non possiamo negare che l’esperienza di toccare con mano non possa avere un profondo significato per chi la fa. Naturalmente, anche comprendendo questo, ci si può comunque astenere, come io penso sia il caso di fare.
Come sempre distinguere è difficile, e dipende dalle persone.

22 mar 2012

Boschi certificati per salvare il pianeta?

I boschi sono una risorsa rinnovabile, non tutti ne sono consapevoli, ma perché lo siano davvero hanno bisogno di essere curati, amministrati correttamente.
Questo significa che tutelare i boschi non significa non toccarli, anzi, tuttavia il grado di utilizzazione non deve essere eccessivo
Dove lo sfruttamento è stato sproporzionato alle potenzialità o dove il bosco è stato oggetto di degrado (anche un incendio o una frana lo sono), servono azioni di ripristino per tornare ad avere ambienti dotati di adeguato equilibrio e capacità di rigenerazione.
Nulla è meglio, in generale, della selvicoltura naturalistica: detto in parole semplici, il bosco ha una sua  evoluzione spontanea e l’uomo dovrebbe assecondarla quando entra in relazione col bosco, misurandone quindi gli usi.
Tocca alle Regioni dare indicazioni tecniche per la gestione sostenibile delle aree forestali e la progettazione degli interventi di sostegno e cura, molto però dipende dalla sensibilità di ciascuno: un bosco che perisce è una ferita alla natura, all’ecosistema in cui viviamo, dovremmo avvertirne “il dolore”.
Il pianeta è ricoperto per il 26,9% da foreste ma una parte di esse sono intaccate dalle azioni dell’uomo, le più disparate. Pensiamo alla nostra quotidianità e a quanto legno abbiamo attorno: mobili in legno, porte in legno, utensili, la carta che dal legno deriva etc… Quanti alberi si possono sacrificare per queste (e molte altre) produzioni? Quanto è conveniente sostituire il legno con altri materiali? Pensiamo agli usi dell’arredamento, al Pvc per esempio: sostituisce il legno ma quanto inquina produrlo e come lo si smaltisce?

4 mar 2012

Alcol: bambini e futuri consumatori

Non arrivano buone nuove dal fronte alcolismo. Una piaga vera e propria che rischia di estendersi sempre più, toccando fasce di età sempre più basse.
La Società italiana di alcolismo, che studia il fenomeno, riporta un dato a dir poco allarmante di una indagine svolta di recente su un campione di 1500 ragazzini liguri di età compresa tra i 12 e i 13: il 77,3% ha affermato di aver bevuto sostanze alcoliche almeno una volta. E, cosa che deve fare riflettere, 2/3 di questi ha assaggiato l’alcol in famiglia. Addirittura tra questi, 45 bambini hanno solo 5 anni!
In realtà il dato, se ci pensiamo bene, non dovrebbe stupirci. Ad “aggredire” i bambini e i ragazzi sono sempre gli adulti, principalmente con i loro comportamenti colpevolmente diseducativi. Laddove non si conosce il problema, è ovviamente più facile che questo si presenti.
L’alcol fa parte della tradizione culinaria e alimentare italiana, in molte famiglie non c’è alcuna percezione del fatto che si tratti di sostanza potenzialmente in grado di creare tossicodipendenza. A questo si aggiunga il fatto che, mentre le droghe sono vietate, l’alcol non lo è, quindi l’accesso ad esso è anche psicologicamente poco protetto. I divieti a vendere alcolici a minori di 16 anni non bastano infatti a scoraggiare i ragazzi, figuriamoci dove non c’è percezione del problema in famiglia.

Dei 1160 ragazzini che hanno assaggiato una volta bevande alcoliche ben il 42,6% (più maschi che femmine) ha proseguito a bere con regolarità, ben il 21% tutte le settimane.
Un altro dato allarmante riguarda la consapevolezza del rischio connesso alla assunzione di alcolici. Il 64,4% ritiene infatti che se si beve poco si può tranquillamente guidare il motorino; il 20,6% ritiene che bere moderatamente può far bene.
In questo come dubitare degli effetti culturali negativi che producono le campagne pubblicitarie sulle bevande alcoliche?
Anche perché sono ben il 32,6% del campione intervistato quelli che passano 1-2 ore al giorno davanti alla tv, a cui si aggiunge un 26,3% che arriva a tre ore e un altro 20,3% che tocca le 4 ore.

17 feb 2012

Salvezza o cappio al collo?


L’Europa non è una nazione, le manca lo spirito e il sentire comune, più che le affinità storiche e culturali, certo talvolta pure sfumate. Però gli italiani sono sempre stati il popolo, tra quelli europei, più europeista di tutti, salvo risvegliarsi col mal di testa dopo gli attacchi subiti dal nostro sistema finanziario negli ultimi mesi di crisi.
Dietro di noi sta la Grecia, in affanno concreto, alla quale arriveranno aiuti perché alla fine francesi e tedeschi lo consentiranno.
Generosi vero?
Macchè. L’Europa è un mercato e le economie più deboli sono prede del neo colonialismo, che non richiede interventi militari perché gli basta il ricatto. Come quello che la Grecia subisce: avrai il prestito se comprerai armamenti tedeschi. Risultato, il 3% del PIL greco – alla faccia della crisi – bruciato in armi, con grande sollazzo dei produttori tedeschi che trasformano le tasse dei greci in propri dividendi. I quali disinteressati produttori, stiamo ne certi, alle banche come al governo, a Natale faranno arrivare qualche panettone in più.
Di chi è quindi la Grecia?  Chi la Governa davvero?

13 feb 2012

Né di destra, né di sinistra

Michele Smargiassi il 28 maggio su La Repubblica scrive che è piuttosto snob e conveniente, in termini di immagine, proclamarsi né di destra né di sinistra. Affermare “non sono né di destra né di sinistra” è  nel diritto d'opinione del singolo cittadino ma significa fuggire ad una collocazione storicizzata nella mappa dei valori, dei credo e dei fatti politici. I “né – né”, come li chiama Smargiassi (l'articolo lo trovate su
temi.repubblica.it/micromega-online), sono quelli che fanno risuonare una trita considerazione da discorsi da pizzeria:
Destra e sinistra hanno fallito entrambe, fanno ugualmente schifo”.
Come dare loro torto?
Ma se in qualche modo l’elettore è libero, per chi i voti invece li chiede (il politico) non c'è altro modo che collocarsi da qualche parte nel campo politico, o destra o sinistra. A parte che si dimentica una collocazione storica del quadro politico italiano, quella di centro, oggi spartita e assai sfumata, ma fino al termine della Prima Repubblica assai identificata (do you remember Democrazia Cristiana?).
Norberto Bobbio – ricorda Smargiassi – scrisse:
Chi dice di non essere né da una parte né dall'altra, non vuole semplicemente far sapere da che parte sta
E  Michelangelo Bovero rincara dicendo che si tratta una collocazione inevitabile, perché destra e sinistra non sono una identità ma una relazione, cioè non definiscono chi sei ma dove ti posizioni rispetto agli altri.
Sotto l'attacco di questo articolo sono quindi i politici e opinion leader  non schierati come Beppe Grillo, Celentano, Gaber, Don Verzè, i primi Radicali… che apparentemente non stanno con nessuno, almeno nelle idee e negli intenti politici, ma poi, nel momento della scelta da qualche parte, destra o sinistra, finiscono per andare.
Vedremo come mangi e noi ti diremo da che parte stai, sembra questa la lezione. Cioè la pappa o è carne o è pesce.
Invece no, credo che non collocarsi sugli schemi storicizzati del secolo scorso sia possibile.

5 feb 2012

Il bamboccione sei tu!

Controllare o dare fiducia ai figli?
I genitori che vogliono avere sotto controllo la vita dei propri figli e che forniscono loro molte indicazioni sulle soluzioni, su come “dovrebbe essere fatto”, rischiano di fallire.
Sono i genitori elicottero, quelli che sorvolano a bassa quota le giornate dei figli, le mamme tigri che ruggiscono e difendono i propri eterni cuccioli.
Autoritari piuttosto che autorevoli, incapaci di suggerire di considerare le opzioni, le scelte, i punti di vista, piuttosto che imporli. Sono i primi a non vedere la crescita dei loro ragazzi, li considerano ancora piccoli, riducendo loro lo spazio di crescita: se tratti da bambino il tuo ragazzo, come si comporterà poi? Da bambino.

3 feb 2012

Vecchie abitudini

Le vecchie abitudini non muoiono facilmente. Ma soprattutto la frenetica innovazione tecnologica può creare improvvisamente dinosauri.
Un nonno scrive con la sua cara e vecchia macchina da scrivere, fino a che... una "mela" gli cambia apparentemete la vita.
Apparentemente.
Godetevi il video... buona visione!

31 gen 2012

...e liberaci dal fumo, amen!

“Cosa c’è di più idiota che scrivere sui pacchetti di sigarette ‘Il fumo uccide’, ‘Nuoce gravemente alla salute’ e consentirne la vendita? “

Sono parole di Vittorio Sgarbi, che mi sento di sottoscrivere. Ma solo fin qui.
Mi spiego. Concordo perché c’è tanta ipocrisia nella operazione che portò ad imporre ai fabbricanti di marchiare a fuoco i pacchetti di sigarette con quelle scritte, che richiamano molto gli annunci mortuari. E soprattutto è un modo per salvaguardare, con una mera operazione un po' facciata, gli interessi delle aziende che le sigarette le producono, Monopoli di Stato compresi e con essi tutti quelli che ci campano.
Quanto concorrono quelle scritte a combattere il tabagismo? Poco o nulla.
Forse, in un processo di tambureggiante comunicazione contro il fumo, concorrono all’obiettivo di rafforzare la denuncia, specie ai più giovani e indifesi, che il fumo fa molto male.
In Svizzera, è partita una campagna di comunicazione al contrario, che intende ribaltare i termini, ovvero non sei originale e contro gli schemi, libero, perché fumi, lo sei se non lo fai. La campagna, si chiama SmokeFree e mette anche in vendita pacchetti di sigarette che, al posto delle sigarette, contengono card in molte lingue diverse, che spiegano i vantaggi di cui gode chi non fuma. Una campagna che parla dei benefici più che dei guai.

Torno a Sgarbi, e lo abbandono subito quando dice:
Mi chiedo che cosa abbia frenato i titolari dei marchi, spesso bellissimi, di sigarette dal promuovere una causa (pensate alle Marlboro, alle Camel, alle Gauloises) per danni, letteralmente, all’immagine, contro le istituzioni che hanno deliberato questi inutili avvisi”.
Questo non è un valore da tutelare per il semplice motivo che quanto vendono non va tutelato.

Ebook vs libro per forza?

Gutemberg si rivolterebbe nella tomba probabilmente, ma non per i motivi che adduce Jonathan Franzen, scrittore americano, quando si scaglia contro la tecnologia della scrittura breve (twitter) e soprattutto della lettura fluida (gli ebook). Gutemberg sta alla carta stampata come Kindle e fratelli stanno agli ebook.

Libri… ma cosa dice Frenzen?
C’è chi ha lavorato duramente per scrivere in un certo modo; ne era così sicuro da stamparlo a inchiostro su carta. Uno schermo dà sempre la sensazione che potremmo cancellare o spostare tutto questo. Per una persona appassionata di letteratura come me, l’ebook semplicemente non è abbastanza permanente. Per i lettori seri il libro invece è una parte dell’esperienza. Tutto il resto è fluido nelle nostre vite, ma un testo è qualcosa che non cambia”.
Non è vero e contesto questa visone conservatrice della lettura.
Se oggi abbiamo centinaia di libri in casa, di ogni lingua e tema, è perché a metà del 1400 non per passione ma per denaro, un certo Johann Gutenberg da Magonza portò a termine i suoi esperimenti arrivando a stampare in più copie la Bibbia.
Fino ad allora, i libri non avevano che rare repliche, venivano scritti e trascritti dagli amanuensi con grande pazienza e meticolosità, un lavoro artigianale impreziosito poi dall’opera di miniaturisti e rilegatori.
Quei testi, avevano una caratteristica non indifferente: erano preziosissimi a prescindere dal contenuto, lo erano in quanto uniche copie (o poco più).
Come è noto l'invenzione della stampa permise di banalizzare l'oggetto e quindi la pubblicazione su larga scala dei testi e con essa la diffusione del pensiero e della cultura, rendendoli accessibili a moltitudini di persone.
I monaci non raramente aggiungevano e sottraevano arbitrariamente alle traduzioni per  dare al testo un senso cristiano. E dato a quella unica copia, era dato al testo stesso in eterno.
Altro che sensazione che possiamo modificare il testo digitale di un ebook: teoria impalpabile davvero.

30 gen 2012

Vade retro Happy Meal!

Detesto McDonald’s! Rispetto chi ci va, ci mancherebbe, ma odio i fast-food dell’hamburger! Esci che puzzi e mangi male, malissimo. De gustibus s’intende, ma non ho mezze misure con i miei gusti. E poi che tristezza il McDrive!
Il fast-food l’ho odiato fin da subito soprattutto perché attira tanto, troppo, i bambini. La strategia di McDonald’s in tal senso è palese e famosa, immagino anche vincente. Menù appositamente creati e regalino inutile di solito ispirato da qualche cartoon in voga… insomma, l’Happy Meal! Avete mai sentito quanto insistente diventa un bambino per il suo Happy Meal?
Così quando ho saputo che in Brasile per questo menù McDonald’s si è beccato una multa pari a 1,3 milioni di €…non so come finirà, ma intanto ho goduto.
L’attacco a McDonald’s è arrivato da Procon, associazione di difesa dei consumatori, che ha accusato la multinazionale americana di sollecitare artificiosamente dannose abitudini alimentari nei bambini. Vade retro happy Meal!
Ma non ho finito di godere. Mi fa altrettanto godere, infatti, sebbene io sia un consumatore anche di carne, avere scoperto che in Olanda esiste una catena di fast food vegetariani,  De Vegetarische Slager, nata nel 2010 e che ha già più di 30 punti vendita.

29 gen 2012

Dialogo tra donne in crisi

Oggi ho sentito due donne over 40 dialogare sulla condizione della donna. Anna e Simona, le chiamerò così, hanno fatto un discorso che suonava pressappoco così:

A: “Sai… noi donne siamo definitivamente cambiate. Gli uomini non l’hanno capito…”
S: “Gli uomini non ci hanno mai capito a dire il vero!”
A: “Sì ma ora stiamo messe peggio: non ci piacciamo più. Abbiamo bisogno di sembrare eternamente giovani, sempre  efficienti. E sai perché?”
S: “No, perché?”
A: “Perché prima eravamo al massimo in competizione tra noi, sai com’è… ma da un pezzo ci siamo messe a sfidare noi stesse per sfidare gli uomini!”
S: “Non ho capito…”
A: “Ma sì… tu che hai fatto? Ti sei laureata, mica ci stavi a prendere il diplomino di segretaria o a stare casa a cucinare per l'amoruccio tuo no? Bisognava diventare avvocato, commercialista, responsabile di un qualche cosa in una qualche azienda…no?”
S: “Beh, perché no?”
A: “Sì sì… chi dice di no! Io che faccio, la manager no?”
S: “Eh, e non sei contenta?”
A: “Ufficialmente sì, ma a dirla tutta un cacchio! Mi sento una vittima…”
S: “Vittima de che?”

27 gen 2012

Terremoto cosa fare

Tre consigli rapidi rapidi su cosa fare nel 2012 in caso di terremoto:

1.    Connettersi a Facebook o Twitter per essere i primi a fare l’urletto digitale sulle bacheche

2.    Acchiappare lo smartphone e catapultarsi in strada (è importante potere rispondere subito sulle bacheche a quelli che vi daranno dei subnormali perché non fuggite subito)

3.    Farsi un’idea migliore dei Maya e parlarne bene in giro

25 gen 2012

Terremoto, epicentro nel veronese

L'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha rilevato i dati della scossa di terremoto di pochi minuti fa:

Magnitudo (Ml)    4.2
Data-Ora     25/01/2012 alle 00:54:46 (italiane)
24/01/2012 alle 23:54:46 (UTC)
Coordinate     45.541°N, 10.973°E
Profondità    10.3 km
Distretto sismico    Prealpi_venete

Comuni entro i 10 Km: BOSCO CHIESANUOVA (VR), CERRO VERONESE (VR), FUMANE (VR)
GREZZANA (VR), MARANO DI VALPOLICELLA (VR), NEGRAR (VR), SAN PIETRO IN CARIANO (VR), SANT'ANNA D'ALFAEDO (VR)

Scossa percepita anche nelle province di Milano, Brescia, Bergamo, Trento, Bolzano, Como, Monza, Ferrara, Venezia, Vicenza e Padova. Al momento non si registrano danni a persone o cose.
Altre scosse si erano registrate alle 19.41 (magnitudo 2.7), alle 19.49 (2.1).

Dopo quella più intensa delle 23.54 (4.2), un'altra alle 05.00 (2.1)
Altre scosse stamattina: magnitudo 4.9 in provincia Mantova, Parma, Reggio Emilia

Mentre su twitter... lo sanno tutti, Ansa alle 1.20 non aveva ancora battuto la notizia.

Aggiornamento terremoto - Per essere aggiornati con informazioni sui terremoti in tempo reale c'è il servizio Twitter dell'INGV terremoti.

23 gen 2012

Borghezio è fantastico!

Mentre la guardia di finanza rivela che nel corso del 2011 ha scoperto ben 7500 evasori totali, che avevano nascosto redditi per oltre 21 miliardi di euro, a Milano il genio della lampada, o dell’ampolla sarebbe più appropriato dire, spara a zero sul Fisco italiano:

In Italia un regime fiscale da Stato comunista!”

E’ lo splendido Mario Borghezio, europarlamentare padano eletto per la Lega Nord nel 2009 con 48.290 preferenze, a spararla contro il governo Monti, che finisce tacciato anche di essere di fatto un bolscevico, almeno nelle scelte di politica economica.
Mi piace moltissimo Borghezio, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, perché è folcloristico e dopo la scomparsa di Prosperini (è in carcere… quello del “ciapa il caret, ciapa il camel, ciapa la careta e turna a ca! su de doss!”) mi sentivo triste. Icona clownesca di valore assoluto!

22 gen 2012

Foto ricordo con dramma

Non si tratta di voyeurismo, di macabra curiosità, di fancazzismo… si tratta di mera miseria.
Quando muoiono decine di persone e qualcuno va a farsi ritrarre per una foto ricordo sul luogo della disgrazia si tratta di questo, esponenziale miseria. Non serve convocare psicologi e sociologi, basta riflettere, e solo per pochi attimi.
Come ad Avetrana, dove frotte di curiosi si recarono in pullman per visitare i luoghi in cui fu uccisa Sarah Scazzi, così in questi giorni al Giglio decine di turisti (e mi viene da malignare: sono gli stessi?) si sono spinti fin sugli scogli del naufragio per osservare dal vivo la nave Concordia adagiata sul fondale, col suo carico di morte ancora nella pancia, per mettersi in posa e farsi una foto ricordo.
Ricordo de che?
Di quanto sono miseri!
Il naufragio è diventato "altro" che una tragedia, è essenzialmente un fatto mediatico, una proiezione cinematografica e come per un film, ecco lo spettatore incantato che viene a caccia di un souvenir, per “essere parte” dell’evento: io ci sono stato!

I rifiuti ci salveranno

Mi piacciono quelli come questo signore giapponese, Akinori Ito, che hanno un sogno, un’idea, una voglia e una forza di fare, di andare oltre.
Cosa ha fatto Akinori Ito?
Si è guardato attorno e ha "scoperto" che siamo circondati dai nostri stessi rifiuti. La società del consumo smodato produce più rifiuti che idee e i rifiuti li nasconde sotto il tappeto, poi spende denaro in sms solidali a favore della ricerca contro il cancro.
Akinori Ito ha inventato una macchina che converte i rifiuti plastici in olio combustibile: da 1 kg di plastica ne esce circa 1 kg di olio che può essere convertito in gasolio, diesel etc…
Una macchinetta trasportabile e di semplice uso, che Akinori Ito ha messo al lavoro – come si vede nel filmato – in luoghi e paesi diversi, con la funzione educativa di sensibilizzare: se sai che la plastica usata non è un rifiuto inutile ma una fonte di energia, non la sciupi, la ricicli.

20 gen 2012

Do you remember Kodak?

Come se sparisse Microsoft, in sostanza.
Il paragone è molto elastico ma Kodak è stato per il mondo intero il produttore per eccellenza di pellicole fotografiche in un’epoca in cui senza queste nessuna immagine sarebbe entrata nei nostri album e nei nostri ricordi.
I ricordi di chi ha più di 15 anni sono fissati su carta fotografica e sono transitati per camera oscura, prima ancora sui film inscatolati nei rullini giallo neri di Kodak.
La notizia è la bancarotta della Eastman Kodak Company.
Che segna – nella time line del mondo – la fine della “società del ricordo” come l’ha definita qualcuno. Dove i ricordi stavano fissati su carta e custoditi in un cassetto, non immagazzinati in innumerevoli copie nelle memorie di pc, smartphone, tablet, chiavette usb etc…
Il ricordo digitale, che è quello che conoscono le ultimissime generazioni – loro solo quello – e al quale ci siamo abituati rapidamente anche noi che abbiamo qualche annetto in più, è un’altra cosa: istantaneo, replicabile, aggiustabile, condivisibile e socializzabile. Uno scatto da smartphone, quello venuto bene, tanto, non costa replicarlo (come invece costava con le pellicole) nel giro di pochi secondi può portare la vostra immagine dall’altra parte del mondo ed essere vista e commentata, anche rubata e riutilizzata, da milioni di persone. L’intimità del ricordo non c’è più, anzi, oggi la condivisione sembra essere il destino frenetico di ogni immagine. Per noi fissare il ricordo significava fare e attendere: comprare il rullino e caricarlo nella macchina fotografica, scattare senza sprecare scatti, portare i rullini dallo sviluppatore, ritirarli e pagare anche gli scarti, aprire la busta e scoprire le immagini, inserirli nel book, riassaporarli con i parenti, gli amici, esporre lo scatto più bello in una cornice. Impensabile per i nativi digitali no?

17 gen 2012

Capitan Schettino e altri codardi

I social network sono l’anima della rete. Tutti dicono, tutti condividono, le voci rimbalzano al volo, si costruiscono opinioni, mezze verità, movimenti popolari.
Mentre la rete offre potenti strumenti di libera informazione, è vero anche che amplifica pure le bugie, le storture, ignora le fonti, si inchina alle cerchie pensanti, è pugnalata dai fake.

Il fatto che occupa incontrastato le prime pagine dei quotidiani nazionali, dal 12 gennaio scorso, è il drammatico naufragio della nave Costa Concordia.
Il fatto, con gli ultimi tentativi di salvataggio in corso ancora oggi, non è ancora concluso né è scemato il clamore. Anzi, i quotidiani fanno a gara a pubblicare immagini e testimonianze, un bailamme di “voci” che al momento alimentano più l’immaginazione di chi legge che non l’analisi.
Oggi abbiamo ascoltato la concitata conversazione telefonica avvenuta a naufragio in corso tra il Comandante della Capitaneria di Porto De Falco e il Comandante della Nave, Schettino.
Ognuno si fa la propria idea ma è un fatto che in rete circola la definitiva condanna morale e non solo di Schettino, nel caso migliore definito un codardo o un uomo di merda.

Ali, The Greatest, ha 70 anni

"In un'auto ci sono un negro, un messicano e un portoricano. Chi guida? Un poliziotto".

E’ una delle sue barzellette preferite, frutto di una ironia che non si spegne con l’età.
Si potrebbero mettere in fila mille episodi e aneddoti ma non basterebbero mai a spiegare quanto è stato ed è grande Cassius Clay, di lui stiamo parlando, al secolo Muhammad Ali, il boxer per antonomasia, il più grande di tutti.
Alì oggi compie 70 anni, da 26 è affetto da morbo di Parkinson, la battaglia forse più dura di tutte, che gli ha debilitato quel fisico imponente eppure leggiadro col quale ha saputo incassare – come dicono gli esperti americani, sempre amanti dei numeri – la bellezza di 175mila cazzotti. Oggi Ali parla con fatica, con la stessa fatica si muove, ma il suo pensiero elabora ancora e lo trasmette al prossimo sempre attraverso le parole della sua quarta moglie, Lonnie.
Alì era davvero il più forte, anche fuori dal ring fu sempre indomito. Aveva un piglio, una irriverenza, una capacità di provocare che da sole facevano metà del lavoro che poi completava sul ring.
Quando dopo avere vinto contro Liston il suo primo titolo, a Miami nel 1964, operò la scelta di divenire musulmano, gli fu levato il titolo di campione mondiale e fu messo in galera, come ringraziamento di una America ancora razzista.
Un secondo momento di esclusione gli fu imposto quando rifiutò di combattere in Vietnam, scelta che spiegò con una battuta tagliente:
Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro".
Memorabili i match con Joe Frazier e soprattutto con George Foreman, col quale si consumò la cosiddetta “trilogia” di match che rinchiude la rivalità più famosa della storia di box.

15 gen 2012

Costa Concordia: salvataggi in diretta tv

Poteva essere una tragedia di dimensioni immense, se pensiamo che erano più di 4000 le persone imbarcate sulla Costa Concordia, tutto sommato "è andata bene", e i paragoni col Titanic sono impropri.
Ora presso l'Isola del Giglio si lotta contro il tempo per individuare e trarre in salvo le 40 persone che mancano all'appello.
Alcune sono state recuperate dalla nava nelle ultime ore, ve ne sono altre imprigionate?
Ecco la diretta Tv dei soccorsi in corso presso la nave Costa Concordia.


14 gen 2012

Telefonare gratis? Si può, si può...

Non c’è che dire. In quanto a ruberie in Italia non ci facciamo mancare nulla, anzi, proverbiali per la nostra creatività, non c’è limite alla fantasia e ancora una volta la Casta brilla per voracità.
L’ultima scoperta, ma non rimarrà tale a lungo, è che l'Assemblea regionale siciliana dal 2001 al 2006 ha pagato le bollette telefoniche di mogli, figli, parenti e collaboratori di vari deputati, per un totale di 700 scrocconi che, sfruttando l’amicizia o la parentela, ricevevano gratuitamente, tramite i deputati siciliani, i cellulari e le schede i cui costi però venivano sostenuti  dall'Assemblea regionale siciliana.
Alcuni deputati eletti nel 2001 si erano fatti dare anche dieci schede che, alla scadenza del mandato, non avevano più restituito.
E fino al 2006, l'Ars ha pagato per i 700 scrocconi.

5 gen 2012

Al ladro!


Capodanno, arriva la Finanza e fa controlli su esercenti villeggianti con auto di gran lusso.; l’assessore si stupisce, politici come Cicchitto parlano di stato di polizia e di azione dimostrativa e inopportuna.
Ecco l’Italia è questa, esattamente questa: chi ci governa, un “primo cittadino”, al posto di schierarsi inequivocabilmente per la legalità, che lui stesso dovrebbe tutelare e promuovere, lascia intendere che ci sono ragioni più alte e modi necessariamente diversi. E poi perché proprio a Cortina e non a Porto Fino? Come dire, anche là stanno messi così… un po’ come fanno i fratellini quando mamma li sgrida, “però anche lui…”.
Affermazioni che mirano solo a tutelare l’immagine e il business della località (e la propria base elettorale) che sonoun valore ma non per tutti e a vantaggio di tutti, come invece è la legalità. Non ci sogniamo di pensare che a Cortina abitano e properano gli evasori, sappiamo bene che ne è piena l’Italia, e ogni azione atta a stanarli va bene. Ma anche per quel tanto che è dimostrativa, tale azione va bene: c’è proprio bisogno di mandare un segnale e che questo segnale abbia ridondanza mediatica. Certo l’Agenzia dell’Entrate non s’è sbagliata andando a trovare i commercianti ampezzani (ma poteva andare – come già fa – anche altrove) piuttosto che le operaie licenzite dalla Omsa per individuare qualche evasore fiscale. Strano vero?
Combattere l’evasione è un fatto morale, tutela del principio di legalità, in primis. A questo chiunque va richiamato perché se il cittadino italiano non si convince che questo principio va rispettato, emergerà sempre un comportamento furbo e opportunistico.
Scrive Nicola Porro sulla edizione on line del Giornale di oggi sulla evasione:
C’è un motivo affatto moralistico per combatterla. Chi ruba i soldi al fisco fa concorrenza sleale agli onesti. E soprattutto in momenti di crisi rischia di sopravvivere a danno dei galantuomini. La bottega o l’impresa che non paga il dovuto ha un vantaggio competitivo ingiusto nei confronti dei corretti. Vince chi truffa lo Stato con più abilità. E non chi lavora e produce meglio. L’evasione trucca la partita della libera concorrenza”. 

Oggi a "CHI L'HA DETTO?": scandaloso festino!


Calderoli ha una credibilità? O solo voce per sparlare?
Fate la vostra scelta, ma dai banchi dell’opposizione a questo governo tecnico, dove la Lega si è arroccata non avendo né arte né parte nel destino dell’Italia, e dovendo in qualche modo recuperare identità presso la base non del tutto allocca,  da lì Calderoli torna a starnazzare attaccandosi a improbabili appigli e sparando  precarnascialeschi versi, come l’accusa a Mario Monti di avere organizzato un festino privato a Capodanno a Palazzo Chigi, a spese dei contribuenti (padani, gli altri chissenefrega vero Calderoli?).
 "Se corrispondesse al vero la notizia secondo cui la notte del 31 dicembre si sono tenuti festeggiamenti di natura privata per il nuovo anno a Palazzo Chigi, Monti dovrebbe rassegnare immediatamente le dimissioni e chiedere scusa al paese e ai cittadini"
Monti non ha bisogno di un avvocato e gli ha indicato anche i negozi in cui la moglie, a proprie spese, ha acquistato le cibarie, e la risposta suona come una meritata presa per i fondelli al senatore del carroccio.
Gli ha ricordato anche che non percepisce gli emolumenti della sua carica e che quando è possibili si sposta con mezzi pubblici.
Ma Calderoli, essendo per lo più impegnato a dirle grosse o a caso, ha usato poco la ragione e meno ancora la memoria.

3 gen 2012

Ti bastan poche briciole?

Tempi di crisi. Ai quali non eravamo abituati. Il sistema economico italiano, euroopeo, occidentale pare incartato e non cresce.
Ma deve per forza crescere? La nostra società può più contare sulla crescita per sostenere lavoro e welfare? Avete mai sentito parlare di "decrescita"? E' una politica estrema che prevede la riduzione controllata dell'attività economica. A livello individuale, si tratta di scegliere stili di vita semplici; a livello globale, "una rilocazione delle attività economiche al fine di ridurre l'impronta ecologica, gli sprechi energetici e l'impatto ecologico". La vedo dura ma il concetto di fondo, soprattutto per quanto attiene ai comportamenti individuali, è attraente e anche morale. Certo vi tocca vendere il secondo Suv... :-)
Viriamo sul semiserio o sul poetico. Il motto della "decrescita" potremmo trarlo da uno dei più bei cartoon di Walt Disney, il Libro della Giungla, una storia che ha fatto innamorare milioni di bambini e che “noi”, qui a casa, abbiamo amato tanto a suo tempo.
"Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile..."
Il cartoon fu tratto da una raccolta di racconti opera di Rudyard Kipling, scritti e pubblicati su giornali e riviste alla fine del 1800. L’avventura più nota è quella del "cucciolo d'uomo" Mowgli, lasciato nella giungla indiana e adottato da... un branco di lupi.
Il cartoon è di fatto un’eredità di Walt Disney, che morì poco prima che il film fosse terminato.
Più che la trama, semplicissima in sé, sono i personaggi - facilmente distinguibili
dai bambini in buoni e cattivi, senza mezze misure - e le canzoni ad essere indimenticabili: il Colonnello Hathi e la moglie Guendalina, lo scimpanzé Re Luigi, gli avvoltoi. Ma soprattutto l'orso Baloo, giocherellone e nel contempo forte, saggio, genuino. Una metafora, così mi piace vederla, del padre che conduce il suo piccolo (Mowgli in questo caso) dall’infanzia all’età adulta. Baloo si adopera per convincere Mowgli a vivere nel suo mondo vero, quello degli esseri umani, dopo averlo seguito proteggendolo nelle sue peripezie… come noi con i nostri piccoli man mano che crescono sperimentando il mondo che li circonda e le persone che lo popolano.
Altro vhs a suo tempo consumato: la voglia di rivedere e riascoltare questa storia semplice e chiara eano inesauribili, e i ritornelli incessantemente nell’aria di casa.



« Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar; in fondo basta il minimo, sapessi quanto è facile, trovar quel po' che occorre per campar ».

2 gen 2012

Su con la vita, Charlie Brown!


Non sapete che intimo piacere quando ho scoperto che ai miei figli, avevano 7 anni allora, Charlie Brown piaceva da morire. Li ho sentiti ridere di gusto. E li ho visti incantati. E sono proprio contento che nella loro classifica dei 10 cartoni più amati i Peanuts ci siano.

Un ricordo. L’ho desiderato tanto, avevo quasi convinto mia madre a prendere in mano i ferri, in fondo non ci voleva molto e lei l’avrebbe fatto perfettamente, il maglione giallo con la greca nera di Charlie Brown.

Cosa ci dice Charlie Brown. Charlie Brown… Charles M. Schulz l’ha inviato tra la gente, con quella espressione tra l’attonito e l’assente, per condividere con noi la sua capacità di intuire la natura dell’uomo. Ne andasse dritta una vero? No, mai. Però Charlie torna sempre, non si arrende, in fondo è dal 1950 che ci parla e ci invita a fare serenamente i conti con le nostre paure. E non solo con quelle.