I boschi sono una risorsa rinnovabile, non tutti ne sono consapevoli, ma perché lo siano davvero hanno bisogno di essere curati, amministrati correttamente.
Questo significa che tutelare i boschi non significa non toccarli, anzi, tuttavia il grado di utilizzazione non deve essere eccessivo
Dove lo sfruttamento è stato sproporzionato alle potenzialità o dove il bosco è stato oggetto di degrado (anche un incendio o una frana lo sono), servono azioni di ripristino per tornare ad avere ambienti dotati di adeguato equilibrio e capacità di rigenerazione.
Nulla è meglio, in generale, della selvicoltura naturalistica: detto in parole semplici, il bosco ha una sua evoluzione spontanea e l’uomo dovrebbe assecondarla quando entra in relazione col bosco, misurandone quindi gli usi.
Tocca alle Regioni dare indicazioni tecniche per la gestione sostenibile delle aree forestali e la progettazione degli interventi di sostegno e cura, molto però dipende dalla sensibilità di ciascuno: un bosco che perisce è una ferita alla natura, all’ecosistema in cui viviamo, dovremmo avvertirne “il dolore”.
Il pianeta è ricoperto per il 26,9% da foreste ma una parte di esse sono intaccate dalle azioni dell’uomo, le più disparate. Pensiamo alla nostra quotidianità e a quanto legno abbiamo attorno: mobili in legno, porte in legno, utensili, la carta che dal legno deriva etc… Quanti alberi si possono sacrificare per queste (e molte altre) produzioni? Quanto è conveniente sostituire il legno con altri materiali? Pensiamo agli usi dell’arredamento, al Pvc per esempio: sostituisce il legno ma quanto inquina produrlo e come lo si smaltisce?
La Conferenza Paneuropea Interministeriale proprio per consentire la rigenerazione dei boschi ha stabilità venti ani fa che il numero di alberi piantati ogni anno deve essere maggiore di quello di alberi tagliati (alcuni dati sulla salvaguardia delle foreste e sull’uso degli alberi per produzioni comuni come i serramenti in legno: qui).
Un incentivo per la buona gestione forestale potrebbe forse essere fornito se si stabilisse una certificazione di qualità che tenga conto proprio di come il bosco di derivazione del legno viene curato e tutelato, premiando quindi le produzioni certificate e penalizzando (maggiore tassazione?) quelle non certificate.
La maggiore tassazione costituirebbe un recupero del danno per la non corretta pratica di gestione del bosco.
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