La notizia sembra un gossip ma non lo è.
Nella casa del Grande Fratello si è bestemmiato: lo fece Matteo Casnici (figlio di catechista) ma “in buona fede” (poverino) e Mediaset lo ha assolto. Assoluzione assolutamente comprensibile e direi anche in linea con il tenore, i contenuti e gli obiettivi del programma (“spettacolo reale”, già… ma bel reale che vanno a pescare, sempre peggiore). Assoluzione che poi ha forzato Mediaset a riabilitare e a ammettere nuovamente nella casa Massimo Scattarella, il concorrente squalificato l'anno scorso per una bestemmia.
Giusto così, assolutamente coerente.
Quando proponi insipienza e vacuità tutto o quasi può passare, certamente le parolacce e tra queste anche le bestemmie. Fa notizia e accresce l’audience del reality show, e al paron di Mediaset state tranquilli che va bene così.
Però questa assoluzione opportunistica ha scatenato gli insulsi protagonisti della “casa”, che prontamente hanno sfoderato il meglio di sé, ripetendosi: altra bestemmia (protagonista Pietro Titone). E Mediaset ha dovuto interrompere il televoto settimanale e rifondere chi aveva già votato il concorrente da eliminare. Si tratta di "un deprecabile episodio accaduto all'interno della casa nelle ultime ore", dice l’azienda. Di deprecabile c’è la trasmissione in sé direi ma tant’è.
Chi di bestemmia ferisce, di bestemmia… campa? Una provocazione certamente, ma se il proprietario di Mediaset (contestualmente anche capo del Governo, con annessi obblighi morali…) può permettersi di bestemmiare pubblicamente – ricordate la barzelletta sulla Bindi? - allora perché non lo possono fare quattro ragazzotti esibizionisti rinchiusi a fare nulla e a sciorinare banalità nella casa del Grande Fratello messa in piedi con profitto da Mediaset stessa?
Più gravi delle bestemmie di Silvio Belusconi e dei concorrenti del Grande Fratello (un format che certifica la prossimità estrema tra la tv gossippara e l’asse del water) sono le oscenità che si son susseguite a commento o come reazione.
Nel caso della bestemmia pronunciata da Berlusconi, l’oscenità sta nella assoluzione data da monsignor Rino Fisichella - presidente del Consiglio Pontificio per l’evangelizzazione: “Bisogna sempre saper contestualizzare le cose”.
Infatti la bestemmia proferita da un capo di Governo che racconta una barzelletta che offende una donna va contestualizzata in qualcosa di grave, ovvero nel ruolo anche morale di chi riscopre quella carica, risultando quindi una oscenità doppia e particolarmente condannabile. Ma Fisichella è più terreno di un ateo in questo e ha altre preoccupazioni, infatti aggiunse che “in Italia dobbiamo essere capaci di non creare burrasche per strumentalizzare le situazioni politiche”. Ovvero, non si può mettere in crisi questo governo per una bestemmia. O per qualche festino a luci rosse, o qualche evasione fiscale… Chissà se bestemmiasse Vendola che direbbe Fisichella.
Nel caso delle reiterate bestemmie dei poveretti rinchiusi con il loro misero egocentrismo nella “casa”, la reazione grave sta nella riammissione, che equivale ad uno sdoganamento della volgarità non solo in una trasmissione che è una già accozzaglia di tanti nulla, ma nella tv in toto e quindi nella coscienza e nella cultura di tantissimi italiani che della tv si nutrono ad occhi bendati.
Fisichella a parte però, la situazione si surriscalda per Mediaset. Avvenire - quotidiano dei vescovi - ha attaccato Mediaset che ora non può fare finta di nulla, e nemmeno il suo paron, Cav. Dott. Silvio Berlusconi, già protagonista di scandali e scandali che la Chiesa fa sempre più fatica a ignorare.
L’elettorato cattolico invece che me pensa?
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