Creduloni? Sostanzialmente persone che hanno timore, paura di ragionare e di rendersi indipendenti. Persone che stanno a destra o a sinistra "a pelle". Messi assieme a quelli che ci stanno per puro calcolo, fanno una maggioranza. O una minoranza. Ma comunque... belante.
Il gioco delle parti è uno solo: potere per sè e per i seguaci.Polarizzare il confronto definendo almeno nella dialettica politica i due soli obiettivi "anti berlusconismo" e "anti comunismo", è fare il gioco delle parti. Creare due fronti contrapposti per principio per cristallizzare il confronto su temi sterili e sui quali facilmente si identifica soprattutto quella parte di elettorato più ignorante o poco disposto al ragionamento, così come quello che vota per puro calcolo personale (ha una bandiera a cui richiamarsi e può nascondere i veri motivi del proprio voto).
Gli uni contro gli altri e la politica fuori. Le sedie assegnate per partito preso, per schieramento, e le scelte per il Paese - che incidono nella vita quotidiana soprattutto di chi meno ha -, quelle, rigorosamente in secondo piano.
Si tratta però di una combutta. Contro ma per tenersi fondamentalmente ognuno la propria sedia.
Lo scenario politico è condizionato - alla fine - dall'opportunismo di qualche centinaio di onorevoli che siedono in Parlamento per acquistare un potere e farlo rendere a proprio vantaggio e a vantaggio dei propri amici o compagni di affari. La carica parlamentare è un investimento che offre una rendita personale, e come tale - come ben dimostrato recentemente - un titolo passibile di compravendita. Un titolo che - nella finzione della scelta di coscienza e occultato dalle vesti del mandato personalmente attribuito all'eletto dall'elettore - cambia bottega in cambio di denaro, di incarichi professionali, di rielezione (ergo altro denaro e continuazione del potere).
Nell'era Berlusconi questo diviene palese e legittimo, accettabile ed accettato con leggerezza e ottusa complicità da buona parte degli elettori.
Che faticano a credere, o forse a capire, che la cosa pubblica e la sua gestione è un grande e appetitoso boccone per gli affaristi, per il quale gli stessi sono disposti serenamente a violare anche le norme costituzionali, oltre che le leggi ordinarie.
Gli incroci tra grandi patrimoni e cariche politiche stanno creando una forma moderna di monarchia assoluta. Da Putin a Berlusconi, pionieri delle nuove istituzioni affaristiche travestite da democrazie [...]
Essere primo ministro è anche essere titolare di vantaggi economici enormi, come le forniture del gas russo agli Stati europei. E se Putin e Berlusconi godono di tali poteri e beneficano i loro soci e amici in affari non è forse giusto che come gli antichi sovrani godano di questo potere di far doni ai loro sostenitori? Solo che ciò che nelle monarchie o dittature era considerato normale e giusto, il potere del monarca o duce di arricchire il suo seguito, qui fa scandalo. Donde le finzioni delle leggi sui conflitti di interessi. Il premio che tocca a chi ha il potere politico di far regali in pratica è normale. Tutti sanno che Putin è il despota rosso perché ha alle spalle la polizia segreta di stampo staliniano e il potere economico di Gazprom, cioè dell'ente per l'energia, e così tutti sanno che Berlusconi è l'uomo che può imporre la sua politica all'Eni e all'Enel, due enti che controllano l'energia in Italia.
La differenza tra le monarchie, gli Stati autoritari e quelli sedicenti democratici è che i poteri di fatto prevalgono su quelli di diritto, e l'illegalità non è solo normale ma necessaria al funzionamento del sistema, e che non si sa mai dove finisce l'interesse degli Stati e dove comincia quello dei clan di potere e del capo, non sai mai dove finisce la delega concessa dai cittadini con il loro voto e dove comincia il potere che il capo e i suoi collaboratori si sono ritagliati. (L'Espresso, L'antitaliano - Giorgio Bocca)
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