26 gen 2011

Magistrati e Berlusconi: chi è l'uomo nero?

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Sono venti anni che in Italia esiste un bipolarismo perfetto. Altro che. Da una parte i governi, dall’altra i magistrati. Il presidente del Consiglio continua a parlare di magistrati comunisti. Sì, può anche dar­si che alcuni di loro abbiano simpatia per la sini­stra. Ma sbaglia. Ciò che li caratterizza non è il colo­re, ma l’assolutismo del proprio potere. Un potere non eletto dal popolo, non giudicato dal popolo, autoreferenziale, protetto dalla consuetudine re­pubblicana e di grande capacità propagandistica. I magistrati rappresentano un ramificato partito che è tenuto insieme dalla più giacobina delle intuizioni: la verità assoluta. Se un magistrato sbaglia è una mela marcia in un cesto profumato, se un politico ruba è la classe politica nel suo insieme che fa ribrezzo.[...]


Berlusconi distrutto da un magistrato sarebbe un disastro per il futuro di questo paese. Berlusconi sconfitto in una contesa elettorale sarebbe fisiologico. Chi punta alla prima soluzione è un folle e destinato a essere vittima della propria insana ambi­zione.
('Magistrati e politici, il bipolarismo che affonda l'Italia' di Nicola Porro su giornale.it)

E’ una considerazione interessante quella del giornalista Porro, che "offende" un po’ la sinistra, "dimenticandosi che esiste" fino a non attribuirle il ruolo di parte quasi, ma non possiamo dire che questa opposizione faccia molto per avere un appeal e guadagnarsi considerazione, specie tra gli “uomini del fare”, come si ritengono i sostenitori della coalizione di centrodestra.
Per Porro la magitratura è l'uomo nero del paese, che gioca nell'agone politico ora contro berlusconi, domani contro chi lo avvicenderà.
Ricordiamoci che Berlusconi assurge al ruolo di salvatore della patria, quando scende in campo, cavalcando anche Mani pulite, avendo compreso quanto sia da un lato la forza dei magistrati ma, soprattutto sapendo che scheletri nell’armadio ne aveva da vendere.

Quello che Porro non dice, ed è una lacuna sospetta, è che nello scontro tra il Caimano e la magistratura al quale stiamo assistendo (allibiti) c’è qualcosa di particolarmente grave ed è che Berlusconi e sodali di governo, attraverso i mezzi di comunicazione simpatizzanti quando non di proprietà  (a quelli che non controlla il Signor B. invece telefona tutti i giorni profferendo insulti), accusano i magistrati quando va bene di avere un atteggiamento persecutorio (qui credo punti sulla compassione del ceto da soap opera, che è avvezzo essendo stimolato da anni da zuppe intrise di insipienza), e quando si esagera anche di violare la legge o peggio di condurre una campagna politica con obiettivi sovversivi.
Se così fosse questo sarebbe un paese “sudamericano”, una finta democrazia in cui una ristrettissima casta, per non si sa bene quale interesse, operi costantemente per ribaltare un governo, con una capacità di coordinamento esemplare, essendo Berlusconi – se non ricordo male – stato oggetto di 115 procedimenti giudiziari.
Sono questi attacchi provenienti dalla seconda carica statale e da ministri del governo, ad essere veramente sovversivi, e nelle motivazioni non si intravvede nulla che non assomigli ad un disperato e costante tentativo di pararsi il sedere. Con buona pace dei problemi de paese.

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