La tragedia epocale di questo Paese non è nel fatto che il Capo del suo Governo sia una persona impresentabile e improponibile, amico intimo e frequentatore abituale di persone che vanno dai Previti (condannato con sentenza definitiva per crimini più che deplorevoli), ai Dell’Utri (condannato in primo e secondo grado per fatti di mafia), alle D’Addario, Ruby, Minetti, Mora, Mangano e altre decine e decine, che in qualunque altro paese non avrebbero non il telefono, ma neppure l’indirizzo di un Capo di Stato, ma nel fatto che l’intero Paese ha costantemente e sistematicamente ridotto se stesso, le sue istituzioni, le sue leggi, le sue strutture culturali, politiche e sociali a una condizione nella quale ciò che sta accadendo può materialmente accadere.
Uno scivolone inesorabile nel vuoto, prodotto da una coscienza sociale sempre più labile; un vuoto amplificato da un sistema di valori corroso lentamente. Un vuoto maleodorante.
Quel che sta accadendo non ha antidoti immediati, non basta la vergogna che infatti non è di tutti: Berlusconi gode ancora della identificazione di molti, troppi per pensare che questo Paese abbia gli anticorpi sufficienti per rigettare questo morbo.
Le frasi citate all'inizio sono di Felice Lima, tratte da ilfattoquotidiano.it. Dicono il vero, descrivono il profilo e lo stato di una nazione prostrata, apatica, fiacca, priva di una spina dorsale morale.
L’esistenza di un tipo umano come questo – indifferente ai precetti morali, indifferente ai precetti della legge e indifferente all’evidenza del rischio di un ricatto, prima, e di una svergognatura mondiale, poi, da parte della inverosimile complice prostituta minorenne – è possibile solo in presenza di una condizione psicologica molto gravemente compromessa, ma anche, purtroppo, a una particolare condizione della vita politica, civile e sociale del paese ospitante. Ed è questo che vorrei sottolineare.
L'articolo merita di essere letto e anche condiviso non tanto con chi ha chiara questa situazione e ne percepisce i pericoli, ma soprattutto con quanti hannoancora dubbi, i veri mandanti del Caimano direi, ovvero quelli che tengono il Paese in bilico e ai piedi di questi immorali opportunisti ai quali il voto democratico ma inebetito di troppi ha affidato le sorti di tutti gli italiani.
L'articolo intero - che descrive il patto suicida che l'Italia ha fatto con il Caimano - è questo, buona lettura...
Il patto scellerato tra l’Italia e il Caimano
di Felice Lima, da ilfattoquotidiano.it
Io e mia moglie siamo entrambi magistrati e prestiamo il nostro servizio da venticinque anni in Sicilia.
In passato accadeva che solo negli ambienti più torbidi del malaffare e della criminalità più odiosa i magistrati (e dunque anche noi) venissimo apostrofati con espressioni ingiuriose – tipo “sbirro”, “curnutu”, e altre – da chi, essendo un criminale, ci teneva a marcare una differenza per così dire ontologica con chi, nel suo universo di riferimento, serviva il nemico: cioè, lo Stato.
E tuttavia, anche questi criminali e anche i peggiori di loro pronunciavano le ingiurie solo quando parlavano fra loro o in ambienti in cui fosse condiviso il loro sistema diciamo così valoriale.
Perché in qualunque altro posto diverso da una suburra anche i più squallidi ceffi si riferivano ai giudici con un rispetto formale magari insincero ma consapevole del fatto che il vivere in una società vagamente civile o almeno aspirante civile o, come direbbe Cetto, qualunquemente civile, impone di fingere un certo almeno minimo rispetto per lo Stato.
Da alcuni anni a questa parte, invece, il linguaggio tipico dei più squallidi ceffi delle peggiori suburre è in uso al Capo del Governo e va in onda su tutti i mezzi di comunicazione in tutti gli orari e a preferenza in quelli di punta sulle televisioni generaliste.
Dunque, io e mia moglie ci troviamo costretti a vietare l’uso della televisione – e sommamente negli orari dei vari telegiornali – ai nostri figli adolescenti, per evitare che le loro anime semplici risultino disorientate su una delle idee che i genitori in qualche modo gli hanno inculcato: che i magistrati sono al servizio dello Stato e svolgono un lavoro onorato.
Né sarebbe sensato smentire il Presidente del Consiglio dinanzi ai nostri figli, perché sembra evidente che, se il Presidente del Consiglio, al pari di qualunque incallito criminale, dice che i magistrati sono nemici dello Stato, ogni persona semplice sarà indotta a pensare che non si possa sfuggire all’alternativa consistente nel fatto che, se il Presidente del Consiglio avesse ragione, i magistrati sarebbero davvero l’antistato, ma, se avesse torto, allora senza dubbio l’antistato sarebbe lui. Ed è difficile dire quale delle due alternative sia la peggiore.
Ciò detto, per manifestare una certa – credo legittima – indignazione per ciò che è accaduto e ancora accade, riflettevo ieri sul fatto che un uomo normale è soggetto, nel suo agire, a vari condizionamenti e a diversi freni inibitori, la cui varia efficacia dipende dalle qualità intellettuali e morali della persona.
Dinanzi alla profferta di qualcosa di disonorevole, l’uomo di animo nobile rifiuterà perché ciò che gli si propone non è giusto.
L’uomo moralmente depravato rifiuterà per timore della sanzione penale.
Infine, l’uomo depravato e indifferente alle sanzioni giuridiche rifiuterà per istinto di conservazione quando l’interlocutore non dia garanzie di reggere la necessaria complicità.
Dunque, nessun malavitoso psicologicamente equilibrato accetterebbe proposte criminali da chi si offrisse come complice senza dare le necessarie garanzie di tenuta.
Tanto per dire, nessun lestofante compos sui farebbe accordi con una diciottenne, perché avrebbe la lucidità di rendersi conto che, anche se poi le dicesse: “Ti copro d’oro purché tu taccia”, non sarebbe affatto certo che lei tacesse.
Scoprire che il presidente del Consiglio ha instaurato con una prostituta minorenne un tipo di relazione tale da consentire alla prostituta minorenne di fargli telefonare direttamente mentre è intento in impegni di Stato all’estero (in Francia) per chiedergli di intervenire presso una Questura per farla liberare e che il Presidente del Consiglio ha ritenuto di telefonare direttamente alla Questura chiedendo la liberazione della ragazza, aggiungendo all’inqualificabilità del suo comportamento anche la assurda menzogna di spacciare la prostituta per la nipote di un capo di stato estero (Mubarak) è veramente sconcertante, perché colloca il Presidente del Consiglio in una catalogazione ulteriore e inferiore rispetto ai tre tipi umani sopra illustrati.
L’esistenza di un tipo umano come questo – indifferente ai precetti morali, indifferente ai precetti della legge e indifferente all’evidenza del rischio di un ricatto, prima, e di una svergognatura mondiale, poi, da parte della inverosimile complice prostituta minorenne – è possibile solo in presenza di una condizione psicologica molto gravemente compromessa, ma anche, purtroppo, a una particolare condizione della vita politica, civile e sociale del paese ospitante. Ed è questo che vorrei sottolineare.
In un paese normale, chi si proponga per servire lo Stato, comprende come ovvio il suo dovere di adeguare se stesso alle esigenze del servizio.
Dunque, chi, per esempio, si dedichi a fare il magistrato, comprende da subito di dovere smettere di frequentare – ove mai gli fosse capitato in precedenza di farlo – persone di malaffare, gente coinvolta in crimini e maggiormente in crimini orribili perché connessi a fatti di mafia e/o ad abuso di funzioni pubbliche.
Il caso del nostro presidente del Consiglio e dei suoi sodali da lui collocati nei vari ruoli funzionali alle sue esigenze (direzioni di telegiornali, Consigli Regionali, Parlamento della Repubblica) si caratterizza per il fatto che questi pensano che è lo Stato che, se vuole essere servito da questo “utilizzatore abituale”, deve adeguare le sue leggi alle esigenze dell’utilizzatore.
Dunque, da più di quindici anni, assisto da magistrato al costante mutare delle leggi del mio Paese per adeguarle alle esigenze di una persona che non considera sé stesso onorato dall’incarico ottenuto, ma il Paese beneficiato dal fatto che lui, fra una lap dance di una minorenne e dei consigli sull’autoerotismo da lui dati ad altra prostituta (in quel caso per fortuna almeno maggiorenne: la signora D’Addario, che ha registrato questi preziosi suggerimenti mentre gli venivano dati da Capo del nostro Governo e rappresentante del nostro Paese), dedica un po’ del suo tempo a occuparsi delle cose dello Stato. Senza trascurare, ovviamente, di coltivare il più possibile, nella gestione di quelle, i suoi affari personali.
Il Popolo Italiano ha ritenuto possibile violentare per anni la verità e la giustizia per portare avanti un patto scellerato con una persona che, in cambio della palesemente vana promessa di sogni sempre più mirabolanti per un avvenire radioso e sempre più “futuro”, giorno per giorno esige e ottiene da ogni tipo di cittadino, operaio, professionista, essere umano e, soprattutto, istituzione favori sempre più impegnativi e insostenibili e sempre più deplorevoli e illegali, per soddisfare la sua fame di denaro, di gloria e di sesso.
Applicando l’analisi fatta sopra ai popoli, si deve dire che, dinanzi alla profferta di un millantatore che, in cambio di vane promesse, chiede la consegna di tutto intero lo Stato, delle sue istituzioni e della sua intrinseca dignità, un popolo ricco di valori morali rifiuta perché la cosa è moralmente inaccettabile. Un popolo rispettoso delle leggi rifiuta perché la costituzione non lo consente. Un popolo depravato e irrispettoso di ogni tipo di legge rifiuta perché si rende conto di trovarsi dinanzi a un truffatore bravo solo a fare il piazzista/imbonitore.
Il popolo italiano – come il Capo del suo Governo – appartiene a un quarto tipo inferiore e peggiore rispetto ai tre appena descritti. Lo spettacolo che è sotto gli occhi di tutti e, purtroppo, di tutto il mondo, è l’inizio della punizione che la storia – come ha sempre fatto in tutti i tempi – sta iniziando a dare a un popolo tanto scellerato.
E il paradosso è che tutto ciò che è già sotto gli occhi di tutto non è che una piccolissima parte di ciò che, continuando a trattare così lo Stato e le sue istituzioni, ci toccherà di subire e vedere.
Quanto alla logica che sta dietro alla capacità di un capo di governo di mentire tanto spudoratamente in pubblico su ogni cosa che lo riguarda, essa è certamente quella illustrata da Adolf Hitler nel suo Mein Kampf: “La Grande Bugia è una bugia così enorme da far credere alla gente che nessuno potrebbe avere l’impudenza di distorcere la verità in modo così infame”.
Ma la tesi non è fondata: perché si creda a bugie tanto squallide e vergognose non è necessario che esse siano “grandi”; è necessario che siano dette a un popolo che, per ragioni meschine e disonorevoli, è disposto a fingere di credere a tutto.
La tragedia epocale di questo Paese non è nel fatto che il Capo del suo Governo sia una persona impresentabile e improponibile, amico intimo e frequentatore abituale di persone che vanno dai Previti (condannato con sentenza definitiva per crimini più che deplorevoli), ai Dell’Utri (condannato in primo e secondo grado per fatti di mafia), alle D’Addario, Ruby, Minetti, Mora, Mangano e altre decine e decine, che in qualunque altro paese non avrebbero non il telefono, ma neppure l’indirizzo di un Capo di Stato, ma nel fatto che l’intero Paese ha costantemente e sistematicamente ridotto se stesso, le sue istituzioni, le sue leggi, le sue strutture culturali, politiche e sociali a una condizione nella quale ciò che sta accadendo può materialmente accadere.
(22 gennaio 2011)
9 commenti:
Quello che succede in Italia non ha pari nel resto del mondo occidentale. Forse siamo messi peggio della Birmania ma il vero problema è che la gente non se ne rende conto...
Mi contenderei di essere almeno alla pari con la Birmania.
Sarebbe gia tanto.
Stupisce inoltre che un individuo che continua a ritenersi perseguitato dai "comunisti", frequenti individui quali Putin e Geddafi, chiari esempi di paladini della democrazia, per non parlare di altri capi di stato quali quelli di Ucraina, Bielorussia, Bulgaria, Romania, Turchia, Tunisia, nei cui paesi vige la più ampia libertà democratica.
La colpa è di coloro che gli hanno dato e continuano a dargli,purtroppo, fiducia immedesimandosi in quel personaggio a cui vorrebbero tanto assomigliare. Il sogno dei quattrini fatti non importa come ed a danno di chi,il desiderio di prevalere a qualsiasi costo infischiandosene delle leggi, il desiderio di poter fare i propri comodi in barba a tutto e tutti, il dare più importanza all'esteriorità che alla sostanza. Cosa racconto ai miei figli se un tronista prende per una comparsata decine di volte quello che guadagna un ricercatore in un mese e se basta concedersi a pagamento ad un potente per ottenere favori di ogni genere?
La tragedia vera e' che poveracci qualsiasi osannano a Berlusconi lo sperimento ogni giorno.. (dicono,tutte calunnie)..Sinceramente credo che costui ha fatto un patto con il maligno.I suoi sostenitori della lega dimostrano ogni giorno l' interesse proprio non dell' Italia,eppure anche loro hanno un seguito.Serve una fiaccolata.
NON sono d'accordo.
Berlusconi é la chiara dimostrazione, anzi il risultato di quella immensa vergogna, unica in europa, che é la sinistra italiana.
La democrazia, che dovrebbe essere 'governo di popolo, ha ridotto l'Italia in un putrido immondezzaio. I responsabili e la stampa asservita puntano il dito su un avversario puttaniere ma efficiente e si nascondono dietro il dito medesimo. Miserabili ciarlatani, aprite occhi e orecchi. Sta di fatto che la repubblica nata della 'resistenza' (sì,la resistenza delle natiche dei despoti incollati alle poltrone con emolumenti da nababbi ) è tutta marcia dall'estrema destra all'estrema sinistra. Pantalone, dopo più d'un mezzo secolo di casini e ruberie, dice: ‘BASTA!. Facile prevedere che gli autocrati democratici saranno travolti da una insurrezione generale. Sarà la prima Rivoluzione spontanea nella Storia Patria. Con supremo disprezzo per la canaglia, mi sottoscrivo S. V.
L'autore è chiaramente fazioso e gli Italiani non sono fessi! Mi sembra chiaro che tanti magistrati facciano politica attraverso delle sentenze arbitrarie e a senso unico. E' per questo che i cittadini non hanno fiducia nello stato e nei magistrati, che almeno quelli rossi fanno politica per dare forza alla sinistra. Perchè i magistrati non hanno mai indagato sui malafari delle giunte rosse? Perchè sono comunisti e non raccontino balle!
x Anonimo 15/08/11 11:40...
hai ragione, i magistrati di sinistra remano contro silvio. gli altri invece sono tutti equidistanti o li fanno saltare in aria. intanto le stragi restano impunite, sarà colpa dei magistrati rossi. il fazioso sei tu, o almeno un po' superficiale. si vede che ti fa comodo così.
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