20 gen 2011

La salma di Berlusconi ostaggio di Bossi

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Un politico che potremmo dire finito ma in realtà mai esistito come tale. Un mercante braccato dalla legge che si difende cambiando le leggi, circondato da donnicciole di buona famiglia di giorno ma di malaffare di notte e cortigiani leccapiedi compromessi che lo circondano e tengono botta sapendo che l’uomo cederà solo un secondo dopo che il Creatore l’avrà chiamato a sé.

C’è già  puzza di marcio e acquasanta. Berlusconi, rifatto da sapienti bisturi, pare sempre più la cera di se stesso. Un Re Impagliato tenuto in scena finchè possibile da un solo uomo: il Senatur, Umberto Bossi.
Qualsiasi cosa accada (i truiun, Mirafiori, l’Afghanistan…) il lumbard ripete la sua richiesta: dateci il federalismo, che c’entra nulla ma è la meta da portare a casa da sempre, prima affiancando il centrosinistra, poi il centrodestra… non importa.
Bossi ha mercatteggiato sempre con Berlusconi. Quando si aprlava di ampliare il Lodo Alfano, l'Umberto definì le modifiche "piccole cose: il Presidente del Consiglio deve badare a un Paese: qualcosa gli devi".
Ora la coalizione in cui Bossi è ampiamente presente e colluso fa acqua e sprofonda in scandali quotidiani (l’ultima è di oggi: Orsi, consigliere Pdl di Alemanno e sostyenuto in campagna elettorale da Berlusconi stesso, indagato per riciclaggio, reimpiego di proventi frutto di reato, corruzione, cessione di sostanze stupefacenti in occasione di festini con prostitute) e Bossi ricatta sempre più: il suo appoggio in cambio del federalismo.
Bossi sa che è in dirittura d’arrivo e non può cadere oggi il governo.
Meglio tenere in piedi la salma impagliata di Silvio Berlusconi. Amen.

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