Pochi giorni fa, con quell'aria che irriterebbe un amico, figuriamoci un nemico giurato, Marco Travaglio ha elencato in tv, davanti a milioni di italiani, le bugie del signor B. nel caso Ruby & C.
Le ha lette come se fosse il primo della classe saputello che elenca gli errori del professore.
Marco Travaglio – giornalista impegnato, documentato e pignolo - piace e non piace ma non si può dire che non sappia il mestiere suo.
Alla fine il lavoro paga, anche sotto il profilo economico, così sembra a giudicare dai risultati de Il Fatto Quotidiano, testata che dirige, nata solo nel 2010 e già capace di portare a casa 10 milioni di euro di utile, su 28 milioni di fatturato.
Le revenues derivano dalle vendite (punte di 94mila copie nei giorni in cui la politica le combina più grosse), pochissimo dalla pubblicità. Anche il sito – diretto da Peter Gomez - va benissimo, 400mila utenti unici al giorno, 28mila abbonati alla versione pdf scaricabile on line.
ItaliaOggi stima che la testata valga oggi 60 milioni di euro, contro i 37 de L’Unità.
Utili per tutti
Bene… questo successo è stato ottenuto con una struttura di circa 30 collaboratori con i quali – udite udite – l’amministratore Giorgio Poidomani ha deciso di condividere il frutto: degli utili devono beneficiare tutte le persone che hanno contribuito a produrli, non solo i proprietari, quindi… ecco 8mila euro a testa ai collaboratori.
Ahi ahi, un precedente pericoloso per le aziende dell’economia capitalistica, dove la regola è se le cose vanno male si riducono i costi licenziando il personale, se vanno bene… brindisi degli azionisti e amen.
Questi comunisti!
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