27 gen 2011

Un paese di vite parallele

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Karima El-Mahroug, così nessuno sa chi sia. Ruby, e la riconoscono anche le pietre.Da giorni le prime pagine dei quotidianoi italiani non parlano d’altro. Una diciottenne immolatasi per denaro al Drago, uno scandalo politico che sfuma nel gossip, riemege in tutta la sua gravita e risprofonda nel grottesco.
In realtà per l’Italia quel che sta accadendo, questa faida politica giocata sul palcoscenico dei valori, senza che di questi se ne trovi più traccia, è una rappresentazione tragicomica.
Che all’estero appare come tale con maggiore limpidezza.

Il 23 gennaio scorso il sito del New York Times, commentando le notizie che raccontano lo scandalo, delineava un Italia patetica.
Quella di Ms. Mahroug è l'ultima puntata di una  tragicommedia surreale e molto italiana - che fonde realtà e finzione, realtà e reality - in un terra dove il confine tra apparenza e realtà è stato a lungo confuso, dentro e fuori dalla politica. […]
Ma il dramma completo è andato in onda per i 17 anni in cui Berlusconi è stato il politico più pittoresco d'Italia, che ha suonato per un pubblico modellato dalla cultura televisiva del sensazionalismo, che in tre decenni con la più grande emittente privata d'Italia egli ha contribuito a creare. Ma come è possibile che Berlusconi sia ancora al potere?La risposta di base è semplice: politica.
Un crescente numero di italiani cambierebbe probabilmente canale se vedesse una alternativa, ma la sinistra è debole e il centro non chiaramente focalizzato, e al momento il Premier ha una pur risicata maggioranza parlamentare. Il suo futuro dipende ora dalla Lega Nord, che è sempre più insofferente e on esclude elezioni.
Ruby ha una vita parallela. Quella reale delle intercettazioni, e quella taroccata, delle balle costruite per la difesa di chi l’ha mantenuta con laute mance sino ad oggi. Così i politici e gli italiani stessi, che vedono precipitare negli scandali ogni cosa, ma nel frattempo proseguono su una strada parallela la propria esistenza, come in due mondi che on si toccano.  L'Italia ha una cultura di sopravvivenza, intrisa di rassegnazione fatalistica.
Sin dall'Impero Romano, la politica è stata vista come un mezzo per avere potere e denaro. Ancora oggi, l'Italia rimane una terra dove complesse reti di connessioni e di legami familiari possono, come in epoca feudale, contare più del merito,  per ottenere un lavoro come un prestito bancario. Nella mia esperienza, gli italiani hanno una conoscenza altamente sofisticata delle dinamiche di potere, un acuto senso di a chi devi dire di sì e a chi puoi dire no.
Qualunque cosa sia, è molto italiana. Questo è, dopo tutto, il paese che ha inventato il barocco, con i suoi trompe l'oeil, le false porte, le facciate che mascherano più livelli e facciate che mascherano nulla.
Nei suoi anni di vita pubblica, Berlusconi ha offuscato il confine tra immagine e realtà. O meglio, ha fatto una brillante carriera sulla verità fondamentale per gli italiani: l’immagine è la realtà.
Siamo un popolo che vive in dimensioni parallele. Con rassegnazione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tanti sull'utopia hanno costruito la loro fortuna e questa è semplicemente utopia. La nostra politica è simile a quella degli antichi romani e la loro era simile a quella dei greci, dei persiani, degli antichi egizi e via. Insomma se il mondo è nato tondo nessuno lo può far diventare quadro

Anonimo ha detto...

..... P.S. il New York Times ha tanto da scrivere sulla storia passata, recente ed attuale della sua nazione e dei suoi politici, grotteschi (es. monica)tragici dai genocidi ai civili massacrati per esportare la "loro demograzia". Mi fermo......