Mentre la rete offre potenti strumenti di libera informazione, è vero anche che amplifica pure le bugie, le storture, ignora le fonti, si inchina alle cerchie pensanti, è pugnalata dai fake.
Il fatto che occupa incontrastato le prime pagine dei quotidiani nazionali, dal 12 gennaio scorso, è il drammatico naufragio della nave Costa Concordia.
Il fatto, con gli ultimi tentativi di salvataggio in corso ancora oggi, non è ancora concluso né è scemato il clamore. Anzi, i quotidiani fanno a gara a pubblicare immagini e testimonianze, un bailamme di “voci” che al momento alimentano più l’immaginazione di chi legge che non l’analisi.
Oggi abbiamo ascoltato la concitata conversazione telefonica avvenuta a naufragio in corso tra il Comandante della Capitaneria di Porto De Falco e il Comandante della Nave, Schettino.
Ognuno si fa la propria idea ma è un fatto che in rete circola la definitiva condanna morale e non solo di Schettino, nel caso migliore definito un codardo o un uomo di merda.
La magistratura l’ha arrestato e certamente subirà una condanna, la sua posizione è terribile.
Ma la condanna mediatica si commina in modo facile e gratuito, senza prove e conoscenza esatta dei fatti.
Ecco, emerge la rabbia e cadiamo nella trappola: infangare le persone un tanto al chilo non costa nulla e se sbagliamo non pagheremo certo. On line le pietre si scagliano senza fatica, a chi le riceve non è lasciato nemmeno lo straccio di un dubbio. Ad esempio: l'inchino perchè in passato la Capitaneria l'ha sempre tollerato e la Costa anche? I referenti per le situazioni di crisi di COsta, che erano in contatto, che dicevano? Voglio dire: Schettino è anche un facilissimo capro espiatorio. Cosa è veramente successo? Salteranno fuori corresponsabilità anche pesanti?
Intanto vai con le pietre gratis da Facebook. Schettino un codardo? Probabilmente. Chi sta dietro una tastiera ad insultare invece cos’è?
Facebook, Twitter etc etc sono uno strumento di condivisione che ha un valore direttamente proporzionale al buon senso di chi lo usa. A dramma in corso, riflettiamoci.
Oltre alla condanna mediatica, ecco anche l'ipocrisia che fa bene al portafogli:
"Vada a bordo, cazzo! non è solo un ordine. È una frase simbolo di chi, in questo Paese, non vuole arrendersi alle difficoltà. Di chi, nonostante tutto continua a fare il proprio dovere. Anteponendo gli interessi collettivi ai propri".E' "lo spot" per la t-shirt con stampata la frase "vada a bordo, cazzo!" pronunciata dal Comandante della Capitaneria nella telefonata a Schettino. E' in vendita a 12,90 € - a dramma in corso - su questo sito.
1 commento:
schettino.. peggio di così... altro che difenderlo!
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