14 gen 2012

Telefonare gratis? Si può, si può...

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Non c’è che dire. In quanto a ruberie in Italia non ci facciamo mancare nulla, anzi, proverbiali per la nostra creatività, non c’è limite alla fantasia e ancora una volta la Casta brilla per voracità.
L’ultima scoperta, ma non rimarrà tale a lungo, è che l'Assemblea regionale siciliana dal 2001 al 2006 ha pagato le bollette telefoniche di mogli, figli, parenti e collaboratori di vari deputati, per un totale di 700 scrocconi che, sfruttando l’amicizia o la parentela, ricevevano gratuitamente, tramite i deputati siciliani, i cellulari e le schede i cui costi però venivano sostenuti  dall'Assemblea regionale siciliana.
Alcuni deputati eletti nel 2001 si erano fatti dare anche dieci schede che, alla scadenza del mandato, non avevano più restituito.
E fino al 2006, l'Ars ha pagato per i 700 scrocconi.
Ora gli inquirenti hanno tolto il coperchio a questa truffa bella e buona. Oltre alla frode anche l’inedia amministrativa però: infatti si è scoperto che l’Assemblea regionale siciliana  pagava il servizio Blackberry su 115 telefonini, ma 80 erano sempre rimasti impacchettati.
Chi pagherà?

2 commenti:

Pavone ha detto...

Non c'é limite alla vergogna dello sfruttamento delle casse pubbliche da parte di gentaglia che non è povera, ma possiede il grimaldello per scassinare le suddette casse.
In Italia, da nord a sud l'importante è "FOTTERE LO STATO", come se lo stato fosse un balordo sfruttatore straniero.
Con questi presupposti è difficile parlare di democrazia e di popolo unito.

Anonimo ha detto...

Io suggerire a Mario Monti di togliere tutti i privilegi che ogni politico ha dal primo ministro all'assesore comunale poi ad ognuno viene dato uno stipendio adeguato e con quello ci fa tutto, si compra il telefonino, l'ipad, ci va a lavorare, ci mangia e dorme dove vuole, ecc. e finito il mandato termina il rapporto di lavoro e la pensione l'avrà a 66 anni come tutti gli altri. Altra cosa è che non dovrebbero essere comulati gli incarichi cioè fai il sindaco resti lì e non ti candidi per il parlamento, ecc.