13 feb 2012

Né di destra, né di sinistra

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Michele Smargiassi il 28 maggio su La Repubblica scrive che è piuttosto snob e conveniente, in termini di immagine, proclamarsi né di destra né di sinistra. Affermare “non sono né di destra né di sinistra” è  nel diritto d'opinione del singolo cittadino ma significa fuggire ad una collocazione storicizzata nella mappa dei valori, dei credo e dei fatti politici. I “né – né”, come li chiama Smargiassi (l'articolo lo trovate su
temi.repubblica.it/micromega-online), sono quelli che fanno risuonare una trita considerazione da discorsi da pizzeria:
Destra e sinistra hanno fallito entrambe, fanno ugualmente schifo”.
Come dare loro torto?
Ma se in qualche modo l’elettore è libero, per chi i voti invece li chiede (il politico) non c'è altro modo che collocarsi da qualche parte nel campo politico, o destra o sinistra. A parte che si dimentica una collocazione storica del quadro politico italiano, quella di centro, oggi spartita e assai sfumata, ma fino al termine della Prima Repubblica assai identificata (do you remember Democrazia Cristiana?).
Norberto Bobbio – ricorda Smargiassi – scrisse:
Chi dice di non essere né da una parte né dall'altra, non vuole semplicemente far sapere da che parte sta
E  Michelangelo Bovero rincara dicendo che si tratta una collocazione inevitabile, perché destra e sinistra non sono una identità ma una relazione, cioè non definiscono chi sei ma dove ti posizioni rispetto agli altri.
Sotto l'attacco di questo articolo sono quindi i politici e opinion leader  non schierati come Beppe Grillo, Celentano, Gaber, Don Verzè, i primi Radicali… che apparentemente non stanno con nessuno, almeno nelle idee e negli intenti politici, ma poi, nel momento della scelta da qualche parte, destra o sinistra, finiscono per andare.
Vedremo come mangi e noi ti diremo da che parte stai, sembra questa la lezione. Cioè la pappa o è carne o è pesce.
Invece no, credo che non collocarsi sugli schemi storicizzati del secolo scorso sia possibile.
E’ semmai la necessità altrui di collocarti che ti mette nell’angolo, destro o sinistro, anche tuo malgrado. Per la necessità di avere un riferimento certo, magari approssimativo o finanche errato, ma generalmente condiviso: infatti se per i più tu sei collocato il problema è risolto.
In questo periodo di “governo tecnico” tuttavia, la collocazione politica delle persone è più sfumata, improvvisamente le fazioni si sono sfilacciate. Vedremo come va a finire, se si tratta solo di una pausa, di incertezza indotta dal momento passeggero, oppure se…
La verità è che le scelte libere prescindono dalle collocazioni politiche, che spesso si basano anche su dogmi.

I collant son quasi sempre di sinistra
il reggicalze è più che mai di destra
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Parole di un celebre pezzo di Giorgio Gaber. Gaber mi piaceva proprio per questo messaggio, per il distacco, per il libero pensiero che lo collocava in un'area non definibile, dalle coordinate incerte: "Ma dove sta questo?".
Il libero pensiero dà  molto fastidio perché marca la mancanza di libertà di chi non ce l’ha.

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