1 mar 2010

Gli uomini, affascinanti e veri, vero?

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Non i più belli ma i più affascinanti e soprattutto reali sì.
Il mito del maschio italiano, seduttore, virile, ricco di fascino, brillante, capace di ammaliare e sorprendere la donna (le donne vogliono essere sorprese no?), naque negli anni 60, anche grazie ai film in cui erano protagonisti Marcello Mastroianni, Rossano Brazzi e altri attori.
Nel 1961, quando il magazine Photoplay chiese alle sue lettrici di indicare i loro nuovi attori favoriti, Marcello Mastroianni e Rossano Brazzi finirono primo e secondo, in una classifica che, inoltre, includeva anche gli italoamericani Frank Sinatra e Dean Martin.
Bravi ragazzi, col sorriso spontaneo e gli occhi carichi di brio, spiritosi, magari un poco impacciati. Non il bello e duro alla James Bond, no… reali, concreti, consapevoli delle proprie qualità ma capaci di giocare anche sui propri difetti… e perdutamente condannati a fare i salti mortali per conquistare una donna.

Cosa è rimasto di quel mito?
Non intendo in tv o sul grande schermo, sulla carta patinata delle riviste fashion. Intendo nella vita reale.
Oggi siamo così noi maschi? Oh God… porre questa domanda è come sottoporsi spontaneamente alla fucilazione. Pare che quei tempi siano finiti da un pezzo. Nell’immaginario collettivo quei miti sono miti di un lontano passato.
Perché? Abbiamo dovuto fare i conti con una nuova figura femminile, più consapevole, libera e protagonista, determinata e con aspettative ampie.
Crisi di identità? Si dice che il maschio non ha più fiducia in sé, che teme di non essere all’altezza della propria compagna, che non si senta più sicuro nella seduzione, che in campo sessuale abbia perso le certezze.
Oggi ci sentiamo messi in discussione e questo può generare insicurezza ed ansia.
Si sente dire che l'uomo è in pieno attacco di panico, vittima di ansia e paura. Perdita di ruolo?
A me sembra che, generalizzando un po’, questo timore sia poco fondato, che sia alimentato da una cultura che ci allontana da noi stessi, quella dell'apparire più che dell'essere: apparire significa costruirsi una immagine, un contorno di tratti fallaci, effimeri, inconsistenti. Questo, lungi dall’ammaliare la donna che desideriamo, ci grava sul groppone come un fardello di menzogne che diciamo a noi stessi, allontanandoci dal nostro io sincero e vero.
Ci obbliga a dover continuamente dimostrare chi siamo, confrontandoci con i dettami della moda, del pensiero prevalente, delle statistiche etc… è l’apparire che ci inganna e ci fa sentire persi, lontani da noi stessi. Crisi di identità, paura di non essere all’altezza, potenti quanto vorremmo, sicuri.
Le donne vogliono questo? Non credo.

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