Oggi come non mai negli ultimi 40 anni il presente dei giovani è davvero precario e il futuro un buco nero in fondo al tram, come dice in "Io e te" in una vecchia canzone Enzo Jannacci, che canta di vite senza prospettive.
I nostri ragazzi sono tanti "io e te" con prospettive inquietanti.
Oggi scendono in piazza con gli
indignati, che attenzione, non sono una fazione che protesta, ma un moto popolare di rivolta morale, gente stomacata, non solo preoccupata.
E’ da lì, dal profondo, dallo stomaco che bisogna partire per rifondare questa società malata e manovrata da potentati che si arricchiscono senza limite e senza senso (a che giovano tante ricchezze?), spinti da una egocentrica e malata sete di potere personale, dove il sentirsi potenti e giudici del destino degli altri regala una adrenalinica emozione.
Gli indignati scendono in piazza contro i banchieri, contro la finaza speculatrice.
Oggi trovano uno strano alleato, inatteso, il governatore della Banca d'Italia e prossimo presidente della Bce, Mario Draghi:
"Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent'anni e sono senza prospettive".
Lui, nel mirino dei "Draghi ribelli", quelli dei pupazzoni di Draghi gonfiabili, Dice:
"Se la prendono con la finanza come capro espiatorio. Ma li capisco: hanno aspettato tanto... Noi, all'età loro, non lo abbiamo fatto". “L'urgenza della crescita deriva non solo dagli effetti positivi che ne scaturirebbero sulla finanza pubblica, ma soprattutto dal dovere non più eludibile che abbiamo nei confronti dei giovani, un quarto dei quali sono senza lavoro: senza i giovani non si cresce".
Cosa fa Draghi? Assomiglia a Grisù il draghetto che, a dispetto della sua natura incendiaria, voleva fare il pompiere? Spegne un po’ il fuoco, forse consiglia ai giovani di protestare senza violenze per non condannarsi a divenire oggetto di accuse che svierebbero l’attenzione.