7 dic 2010

Di Berlusconi la Chiesa che dice?

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Don Aldo Antonelli
Cosa deve accadere perché i vertici ecclesiastici, che avocano alla Chiesa il diritto a tracciare la retta via di noi tutti, intervenendo su temi forti come la contraccezione, l’eutanasia etc, cosa deve accadere perche i più alti prelati prendano il coraggio a due mani e scarichino pubblicamente ed in maniera netta l’immorale figura del nostro Premier Silvio Berlusconi?

Come può un cattolico pensante non rigurgitare non solo dinnanzi ai comportamenti immorali del leader di un partito che si dichiara cattolico (dalle bestemmie, alle reiterate offese alle donne…) ma anche a questo assordante silenzio della Chiesa in un momento storico nel quale è palese che per ripartire è necessario ancorarsi ad un set di valori condivisi?

Questo silenzio è da tempo nel mirino di un prete, un parroco di periferia, che senza mezzi termini né timori, lancia le sue taglienti domande ai vertici della Chiesa o restituisce al mittente i tentativi miseri e viscidi dei politici opportunisti che cercano di imbalsamare a loro favore l’elettorato cattolico.
Parlo di don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano, un paesino dell'Abruzzo, che già a luglio lanciò i suoi strali contro il Cardional Bertone, reo di avere partecipato ad una cena dalla quale, ogni buon cristiano, si dovrebbe tenere alla larga. Scrisse
Cosa ci stavi a fare tu, cardinale di Santa Romana Chiesa, in quella casa trasformata in zoo, là dove famelicano in tresche trame lupi rapaci come Geronzi, camaleonti bavosi come Casini, viscide bisce come Vespa, talpe prosseneti come Letta e, sopra tutti, la iena ridens, il corrotto corruttore per antonomasia: Silvio Berlusconi? “
Non le mandò a dire nemmeno al camaleontico e prono Bondi, restituendogli - era il 1 marzo 2006 - l'opuscolo di Forza Italia mandato anche alla sua parrocchia:
"Sono abituato a dare alle parole il loro peso per ... chiamarla onorevole dovrei coartare la mia coscienza. Ho ricevuto l’inverecondo opuscolo che lei, immagino, ha inviato a tutte le parrocchie d’Italia.
Glielo restituisco senza nemmeno sfogliarlo e le ricordo che le parrocchie non sono discariche di rifiuti né postriboli nei quali si possa fare opera di meretricio".
Recentemente poi don Aldo Antonelli ha scritto anche al cardinal Bagnasco, reggente della Conferenza Episcopale, anche qui senza nascondersi:
“Signor Cardinale,
mi rivolgo a Lei come Presidente della Conferenza Episcopale Italiana per esprimerle il mio disagio e porle delle domande.
In questi ultimi tempi si è andata ingrossando la valanga di volgarità e di oscenità che già da tempo investe il paese Italia e che sta cancellando, ogni giorno di più, ogni traccia di pudore, senso del limite, coscienza di dignità e che ha imposto un degrado dell’etica pubblica, insomma tutte quelle virtù che con fatica noi parroci cerchiamo di impiantare e tener vive nell’anima dei nostri fedeli.
Da tempo anche i laici più avvertiti lamentano i pericoli di questa deriva, se già nel lontano 2007 Eugenio Scalfari su Repubblica denunciava il pericolo di un andazzo che “vellica gli istinti peggiori che ci sono in tutti gli esseri umani. Impastando insieme illusorie promesse, munificenza, bugie elette a sistema, tentazioni corruttrici, potere mediatico. Una miscela esplosiva, capace di manipolare e modificare in peggio l’antropologia di un intero paese” (Repubblica, 5.11.2007).

Il disagio di fronte a questo stato di cose è ancor più esacerbato dalle cene allegre del segretario di Stato, dalle parole equivoche di Mons. Fisichella e dal silenzio correo di Lei, presidente della CEI.
Soprattutto le parole di contestualizzazione di mons. Fisichella che mirano a giustificare ciò che invece bisognerebbe condannare e i Suoi silenzi prudenziali che tendono a “coprire” ciò che non si può più tacere, appaiono a noi, parroci di periferia, inequivocabilmente immorali e omicidi.
Noi, cui le bestemmie dei violenti fanno meno paura che il silenzio degli onesti.
Cosa altro deve avvenire perché finalmente si oda il Vostro grido e la Vostra condanna? Quale maledizione perché Voi Vescovi finalmente parliate? Il disagio, alla base, è grande.
E in questo disagio si fa strada lo smarrimento, lo sconcerto, la desertificazione degli orizzonti, il dubbio di non essere più all’altezza delle problematiche che la realtà impone. E sorgono delle domande, grosse e gravi come macigni.
Sinteticamente, per non trattenerla oltre il dovuto, ne enumero tre.
1. Circa le parole di mons. Fisichella, le chiedo: ci possono essere situazioni nelle quali la bestemmia diventa lecita? E, nel caso, quali sono? Noi parroci vorremmo conoscerle queste situazioni, individuare questi contesti, anche per risparmiare ai nostri fedeli inutili rimorsi di coscienza...
2. Sempre in tema di “contestualizzazione” le chiedo: perché questa “accortezza cautelativa” è stata usata per Berlusconi mentre è stata accantonata per casi ben più gravi e drammatici come per Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro? Forse che nell’applicazione della legge morale, anche nella Chiesa esistono corsie preferenziali per l’imperatore ed impraticabili ai comuni mortali?
Ricordo che per i funerali religiosi di Welby, vergognosamente vietati dalla chiesa, fui contattato dai familiari per una benedizione in aperta piazza; declinai l’invito, ricorrendo quel giorno la Domenica della Palme, ma anche per una mancanza di coraggio di cui oggi mi vergogno.
3. Quanto ai suoi silenzi, che sembrano programmati al fine di barattarli con vantaggi corposi circa, per es., il finanziamento delle scuole cattoliche, le chiedo: che differenza c’è tra una prostituta che vende il corpo per danaro ed una chiesa che, sempre per danaro, svende l’anima? Nella mia sensibilità morale una differenza c’è: una donna povera ha comunque il diritto a vivere, mentre la chiesa, per vivere, memore delle parole del suo Maestro, deve pur saper morire.
Questa lettera, signor Cardinale, la invio, per conoscenza, anche al mio Vescovo e resterà fraternamente “riservata”. Voglio sperare in una sua pronta risposta. In caso contrario mi sentirò libero di farla conoscere ai miei parrocchiani e a quanti frequentano la chiesa per la quale svolgo servizio - Antrosano, 4 Novembre 2010”.

Chissà che fine farà questo parroco…

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