In questi giorni, mentre si consuma il dramma causato dal terremoto in Giappone, dove la centrale nucleare di Fukushima, danneggiata, sta mettendo a repentaglio la sicurezza di molte migliaia di cittadini, il dibattito è ampio.
Nucleare: informazione e disinformazione?
Business di sicuro. Senza depurare la discussione dagli interessi economici in ballo resta difficile credere ai sostenitori del nucleare.
Secondo Rifkin il tema anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche. Il modello energetico che poggia sul nucleare è di tipo elitario, centralizzato, calato sul sistema dall’alto al basso:
“Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo”.
Rifkin ha una proposta:
“La terza rivoluzione industriale. Un sistema distribuito, dal basso verso l’alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso 'reti intelligenti' come oggi produce e condivide l’informazione, tramite internet”.
Sta scherzando? A proposito dell'Italia:
"Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c’è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili”.
Secondo Rifkin la scelta del nucleare ha molto a che fare con un gap generazionale:
“Ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l’energia è somministrata da un’entità superiore”.
Il nostro Governo ha deciso di costruire nuove centrali nucleari entro il 2013.
Ecco 5 buoni motivi che dovrebbero consigliare di rivedere velocemente la scelta:
1 - Il nucleare è una fonte di energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Cioè è difficile che avvenga un incidente, ma se succede può essere una catastrofe, come Chernobyl.
2 – Il nucleare è una fonte di energia pulita ma insufficiente. Corretto, ma per avere un impatto sull’ambiente (riduzione delle emissioni di Co2) bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Al mondo funzionano 439 centrali nucleari che producono circa il 5% dell’energia totale. E nei prossimi 20 anni molte dovranno essere sostituite; lo saranno al massimo per la metà ma se anche fossero tutte rimpiazzate si avrebbe solo un risparmio del 5%.
3 - Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all’interno delle montagne Yucca, lì dovrebbero essere al sicuro per 10 mila anni… hanno già cominciato a contaminare l’area.
(“ Davvero l’Italia crede di poter far meglio di noi? L’esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili”).
4 – Il “propellente” per il nucleare scarseggia. Gli studi dell’agenzia internazionale per l’energia atomica dicono che l’uranio comincerà a venir meno dal 2025-2035, come il petrolio, e i prezzi, quindi, andranno su. Si potrebbe usare il plutonio, peccato che si presti divinamente a farci le atomiche.
5 – Il nucleare ha bisogno di troppa acqua. Il il 40% dell’acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. 5 anni fa molti anziani morirono per il caldo, e scarseggiò l’acqua per raffreddare gli impianti, sicché fu ridotta l’erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata.
La mia opinione è questa: l’energia serve per fare funzionare tutto, dagli ospedali alle auto. Ma mentre dei primi non vogliamo e possiamo fare a meno, delle seconde siamo sicuri di avere assoluto bisogno? Intendo provocatoriamente sottolineare un aspetto: è vero che dobbiamo cercare energie pulite, ma anche mettere in discussione i nostri obiettivi.
Inoltre: possiamo permetterci di installare centrali e di interrare fusti che ci garantiranno radiazioni per migliaia di anni?
Ai nostri figli che mondo lasciamo?
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