Specie nei luoghi digitali della interazione 2.0, quella spinta e istantanea, Facebook, Twitter, Google+…
Ci criticano... che fare? Qualche suggerimento lo leggiamo nel post “3 regole per reagire ai commenti negativi su Twitter” del social media manager Davide Licordari.
In sintesi: non essere permalosi, non inserirsi in conversazioni altrui, avere l’abilità di sdrammatizzare.
I social media hanno una capacità di ridondare, propagare, amplificare i messaggi davvero notevole e anche incontrollabile, essere consapevoli di ciò è necessario per chi scrive on line. Sono dell’idea che quando si installa la propria presenza sui social media sia doverosa una riflessione di come ci si presenterà ma soprattutto di come si “costruirà” nel tempo il proprio profilo. E il profilo si costruisce post by post, like by like, share by shere, circle bye circle, commento dopo commento etc etc…
Vi segnalo in proposito un esempio di autolesionismo davvero difficile da comprendere (perchè l’avrà fatto? Come ci è cascato?) che costituisce una case history davvero interessante.
Il sito D-Repubblica recensisce il libro "Italia Low Cost", dedicandogli un bello spazio (Low cost: uno stile di vita), tanto da riportare uno slide show in cui si estrapolano alcune idee ritenute interessanti. In periodo di crisi il tema ha certamente appeal e non è difficile catturare l’attenzione dei lettori.
Le promesse contenute nel titolo possono essere tradite o meno dal contenuto, ma non è questo il fatto. Il fatto lo trovate in calce all’articolo, nei commenti, che sono strutturati attraverso l’apposito plug-in sociale di Facebook: in sostanza il lettore loggato a Facebook può commentare e il suo commento può apparire anche sul social network.
Alcuni lettori commentano:
Elisabetta: “Bè!...il libro non è low cost...”L’ultimo commento, aggressivo, è di Filippo Astone, giornalista, l’autore del libro.
Benedetto: “Se proprio devi risparmiare, comincia da questo libro”
Filippo Astone: “Certo, risparmia anche da tutti i libri. resta analfabeta, così sarei libero da problemi”.
Ma come? Repubblica ti dedica una recensione, apre uno spazio alla interazione con i potenziali acquirenti e dopo i primi due commenti l’autore interviene e “redarguisce” i lettori?
Prima domanda: era necessario intervenire e così presto? Non era più utile ascoltare e fare tesoro dei commenti?
Seconda domanda: era necessario fomentare le critiche in maniera così aggressiva, attaccando i lettori?
Leggendo il flusso dei commenti troviamo un’altra risposta stucchevole dell’autore:
“i commenti sono poco consistenti, e nessuno di quelli che li ha espressi si è minimamente informato su ciò di cui si parlava”Altro attacco pubblico ai lettori. e ancora:
“il libro non è un inno al risparmio, nè un manuale per il risparmio. la sintesi che ne ha fatto l'articolo, purtroppo, lo tradisce”L'autore del libro "Italia Low Csot" se la prende di fatto anche con il collega che gli ha fatto la recensione, senza semmai approfondire e spiegare meglio il senso della sua opera, che è la vera opportunità (non colta dall’autore del libro) che i commenti offrivano. Un autogol in stile web 2.0.
6 commenti:
Grazie per il "dibattito sul dibattito". Io cerco di far tesoro dei commenti e anche delle critiche, davvero. Spesso, prima di pubblicare un libro lo faccio leggere a persone che mi interessano.
Ma faccio tesoro dei commenti e delle critiche informate, cioè di coloro che hanno letto il libro.
Che valore può avere la critica di chi non solo non l'ha letto, ma non ha nemmeno una vaga idea dei contenuti (idea ricavabile anche solo navigando su Internet, dove sono presenti riassunti consistenti, e anche numerose pagine del libro)???
Ecco, io questo non lo capisco.
Se me lo spieghi tu, magari correggo la mia opnione e chiedo anche scusa.
Filippo Astone
ho scritto: "il libro non è un inno al risparmio, nè un manuale per il risparmio. la sintesi che ne ha fatto l'articolo, purtroppo, lo tradisce”.
PErché le cose stanno così.
Non ho niente contro gli inni al risparmio, ma il mio libro non lo è.
Per quanto riguarda la recensione, tradisce completamente il contenuto del libro, è una cosa che col contenuto del libro c'entra come i cavoli a merenda. Non capisco perchè non dovrei dirlo.... Anche qui, se me lo spieghi mi fai una cortesia. Sinceramente. Filippo Astone
Infine, ho dato dell'ignorante ad alcuni lettori perché lo sono.
Si sono espressi in mondo tranchant su un libro del quale ignorano completamente i contenuti.
L'ignorante non è, a mio avviso, chi non ha i titoli di studio, ma chi parla di ciò che non conosce.
Nel caso specifico, i lettori di D si sono dimostrati ignoranti e anche presuntuosi da morire, con giudizi liquidatori su cose che non hanno letto.
Non capisco perché non dovrei poter loro rispondere...? Per una forma di servile benevolenza verso potenziali acquirenti??? E perché?
Anche se così fosse, io non credo che sia dovuta servile benevolenza,e non credo nemmeno che chi si è espresso in quel modo senza aver letto il libro, possa essere un potenziale acquirente.
Perché lo hanno subito stroncato sulla base di motivazioni stupide e senza averlo letto.
E perché, in genere, ignoranti di tal fatta i libri non li leggono.
A parte il fatto che queste recensioni su Internet - esperienza e dati di vendita alla mano - non spostano mai più di 5 copie (guadagno per me: 5 euro lordi) c'è una cosa più importante: non penso nemmeno di dovermi prostituire per vendere qualche copia in più.
Nel tuo scritto dai per scontato che io sia tenuto a guadagnarmi la benevolenza del recensore e dei potenziali (??) lettori. Ma questo è un assunto tuo, che non condivido e che non ritengo necessario.
Inoltre, poiché c'è la libertà di pensiero, il fatto che qualcuno abbia scritto una recensione (peraltro superficiale, malfatta e per nulla attinente coi contenuti del libro) a un mio libro, non comporta che io sia debitore di gratitudine e di silenzio.
A presto e grazie
Filippo
Filippo grazie per essere intervenuto. Devo dirti che non c'è nulla, in prima approssimazione, che non condivida di quello che dici.
Riparto da quanto ho scritto: "Le promesse contenute nel titolo possono essere tradite o meno dal contenuto, ma non è questo il fatto...":
Non c'è dubbio che chi ha commentato sia stato superficiale, e che abbia commentato ignorando.
Questo accade regolarmente sui social media (blog, facebook etc) e bisogna tenerne conto quando si interviene in risposta. Potresti trovarti a rispondere ad un "troll" che provoca solo per il gusto di disturbare ad esempio. O a persone superficiali. Se avessi aperto un "dibattito" senza giudicare ed essere troppo netto, penso che ti avrebbero compreso e apprezzato alla fine. Il tempo per le tue stroncature lo avresti comunque avuto.
Il fatto che tu abbia trovato la voglia e il tempo di intervenire su questo modesto blog mi fa pensare che il dialogo sia per te cosa importante.
Tecnicamente i tuoi commenti sono azzeccati, nulla da eccepire, tranne il fatto che tu dai per scontato che la mia finalità sia per forza di compiacere gli internauti, e il recensore, al fine di vendere più libri.
E infatti parli di "autogol"
Ma questo chi l'ha detto? Dove sta scritto che il mio "gol" sia questo?
A me potrebbe non importare nulla di compiacere gli internauti, di compiacere il recensore e, anche, di vendere il libro in questo modo.
Ciò detto, ammetto che avrei potuto essere più moderato. E ammetto anche di avere avuto la luna storta in quei giorni.
grazie ancora per l'interesse
a presto
filippo
ps se vuoi puoi chiedere l'amicizia su facebook
Il mio commento, per deformazione professionale anche, è stato, come dici, "tecnico". Non entro infatti nel merito dei tuoi obiettivi che rispetto. I social media chiedono un ripensamento del nostro modo di comunicare e interagire: sono conversazioni, flussi di conversdazioni, serve capacità di ascolto, è utile sapersi inserire e modulare la propria identità. perchè quel che si dice si propaga e rischia di offrire una immagine distorta di noi stessi, del nostro lavoro... Questo è innegabile e penso che questa consapevolezza non sia di tutti quelli che frequentano questi luoghi. Io cerco di affinarla, anche commettendo errori.
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