20 lug 2011

Mandorlini, Tosi e la responsabilità

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Stare a capo di una comunità, essere il leader di un gruppo, comporta responsabilità. La prima tra tutte è quella dell’esempio.
Oggi l’allenatore dell’Hellas Verona, finalmente ritornata nel calcio che conta dopo anni di inopinato "oblio", e con lui il sindaco del capoluogo scaligero, hanno dato una palese dimostrazione di irresponsabilità e – vedremo alla prima occasione in cui blandiranno i violenti – anche di incoerenza.

I fatti. 
Il Verona convoca i suoi tifosi per presentare la squadra. C’è ancora tutto l’entusiasmo per la promozione conquistata ai danni della Salernitana poche settimane fa. Mandorlini si sente a suo agio e senza mostrare grande acume prende il microfono e incita i tifosi con frasi contro i campani e lancia il coro "Ti amo terrone". Giocatori, tecnici e autorità, Tosi compreso, ridacchiano.
Mandorlini, dimostrando che non ce la fa a dire nulla di più sensato, fa anche un altro passaggio, sottovalutato dai commentatori:
Noi abbiamo voi ragazzi, abbiamo voi… non abbiamo paura di nessuno!”.
Quisquiglie, ma nella logica del confronto muscolare con la quale certe frange di tifosi vivono il calcio, questo non fa altro che legittimare i meno riflessivi, chiamiamoli così, a darsi da fare, con questa bella investitura, a sostenere e difendere i colori sociali, ognuno come può, a parole, con gli applausi, per qualcuno con i ceffoni e le pietre.
Mandorlini si è giustificato dicendo così:
"E' stato un atteggiamento meramente goliardico, senza nessun riferimento razzista o volontà di offendere, tanto che sono stati coinvolti anche Gennaro Esposito e Domenico Maietta", giocatori meridionali della rosa scaligera".
Ora, “Mandorlini uno di noi” penseranno i supporter, ma così non dovrebbe essere. Mandorlini ha il dovere dell’esempio, che non è quello di lanciare cori sinistramente razzisti o comunque votati a accendere piuttosto che a spegnere le tensioni. Probabilmente Mandorlini ha detto tutto quello che poteva, non potendo di meglio.

Anche il sindaco di Verona Flavio Tosi – presente alla presentazione - ha commentato l'episodio.
"Credo che se in uno stadio del Sud venisse intonato il coro ‘ti amo polentone’ nessuno al nord si offenderebbe. Credo che il tecnico Mandorlini nell'intonare il ritornello di una vecchia canzone non avesse minimamente intenzioni razziste come del resto nemmeno i numerosi giocatori originari del Sud Italia che giocano nel Verona".
Certo, credi, forse, chissà… ma né lui né tu, caro sindaco, sapete fare di meglio dall’alto del vostro ruolo? Dimenticate che state parlando ad un pubblico in mezzo al quale stanno anche quelli che poi razzisti e violenti lo sono davvero? O le porcherie vomitate da certi gruppi la domenica allo stadio sono invenzioni dei giornali?
Perché il calcio fa così fatica ad essere se non esemplare almeno decente?

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