29 dic 2011

Baby fashion... a chi conviene?

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Shopping natalizio, balzano agli occhi alcune storture, una di queste è la... moda per bambino.
Mamme, uno dei bisogni primari del vostro bambino è vestirsi e non circolare ignudo per le strade della vostra città, ma se lo fa vestito come un manichino... vuoi mettere che gioia?.
Il business ha le sue regole, chi fa il proprio lavoro e lo fa al meglio dà il suo contributo e ottiene i risultati che cerca. Non è questo il punto.
Il punto di osservazione che suggerisco è un altro, banalmente, quello del genitore. Il genitore che interpreta il bambino. Cosa interpreta il genitore che ritiene rilevante seguire le mode e indurre di fatto i figli a farlo?
Non interpreta altro che se stesso, il suo bisogno di riconoscimento, di accettazione in mezzo agli altri, che di norma si soddisfa più banalmente accodandosi il mainstream, della moda in questo caso. “Moda”, ovvero “il così fa tutti” dell’estetica e del comportamento sociale.

Nelle collezioni moda c’è di tutto dicono le cronache. Linee classiche e chic, sportive e aggressive, avant-garde, etniche, di ricerca, quest’ultima per un pubblico non convenzionale (alla moda, cioè, ma di una moda anti moda). E poi lo streatwear, la moda copiata dalla strada, attuale e fashion, ispirato alle icone della musica e all’idea di ribellione ereditata dai fratelli maggiori. Ovvero altri adulti che vengono scimmiottati e rifrullati per partorire uno stile “nuovo”. La moda degli adulti, declinata in chiave bambino.
Insomma, un universo di offerte in grado di soddisfare tutti i gusti e tutte le necessità .
Alcune domande. Che necessità ha il bambino ritratto nella foto (a destra) in tema di abbigliamento e quanto ne discute con i suoi genitori?
La bambina ritratta nella foto con la minigonna nera ci andrà a scuola vestita così?
I bambini che minimo bisogno hanno di queste cose?
E che effetti produce sui bambini l’incoraggiamento a replicare in tenera età modelli da adulto?

Chissà quanta "moda" c'era sotto l'albero... un gioco creativo in più ci stava meglio.

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