21 feb 2011

Il fantastico Frattini, la democrazia e Gheddafi

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Franco Frattini è fantastico. Sì, fantastico.
Mi piace tantissimo perché è un elegante maestro di sci che è passato dalle gobbe delle piste di discesa a quelle della politica con grande non chalance.
Cresciuto tra gli anni '70 e '80 politicamente nel gruppo comunista extraparlamentare (avete letto bene) che si riferiva al quotidiano Il Manifesto, dove scriveva anche il simpatico Giulio Tremonti, divunuto avvocato è arrivato dove è adesso passando naturalmente anche nel partito socialista.
Frattini non è un parvenu. E’ già stato ministro della Funzione pubblica e poi ministro degli Affari regionali nel Governo Dini, è stato consigliere comunale a Roma. Oggi è Ministro degli Affari esteri .

Oggi, mentre il Nord Africa esplode in proteste represse nel sangue e la Ue all’unanimità si mobilita per condannare la repressione violenta dei moti popolari, Frattini se ne esce con una affermazione che solo uno splendido può fare:
"L'Europa non deve esportare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il processo democratico, ma non dobbiamo dire: questo è il nostro modello europeo, prendetelo. Non sarebbe rispettoso dell'indipendenza del popolo, della sua ownership".
Ve l'avevo detto che Frattini è fantastico.
Il Ministro degli Esteri di una paese che ha partecipato alla invasione dell’Iraq per motivi umanitari, per abbattere la dittatura, che ha migliaia di soldati in Afghanistan per normalizzare e portare democrazia in quel paese, quest’uomo se ne esce con una affermazione così: cioè in Libia no, in Libia sono affari loro. In Libia non si ha traccia di dittatori: Gheddafi è solo un simpatico affabulatore, si tratta al limite di caro e pittoresco amico del suo capo, Silvio Berlusconi, gente da piano bar, innocua.

Frattini, lo sai che... amo Zelig! Ma questa proprio...

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma quanto sono maiali questi ex...