23 ago 2011

Berlusconi e Bossi kaputt... chi colmerà il vuoto politico?

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Bossi e Berlusconi...kaputt?
In Italia si sono avvicendati, nell’ultra cinquantennale periodo repubblicano, moltissimi governi, alcuni rimasti in carica pochi mesi.
La tendenza è cambiata e ora ne abbiamo uno che dura da un pezzo e pare essersi blindato quanto basta – dopo l’ultima scilipotiana campagna acquisti – per durare fino a fine legislatura. La maggioranza, dilaniata da beghe interne, regge, il ricatto leghista e la vulnerabilità giudiziaria del premier sono per assurdo la garanzia adeguata.
La stessa pesante crisi economico-finanziaria che ha colpito (non solo) l’Italia, concorre a legittimare il Governo Berlusconi, chi se la sente di farlo cadere proprio ora?
Non fa vacillare il Governo nemmeno la durissima reprimenda pubblica del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, pronunciata a Rimini al Meeting di CL:
"La maggioranza dominata dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni consolatorie su scala europea ha esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni”.
Il messaggio è durissimo: il Presidente della Repubblica dice in sostanza che il Governo ha ingannato i cittadini su una questione di vitale importanza, se non si dimette dopo questa accusa, Berlusconi non lo farà mai e dobbiamo attendere solo che il cielo lo chiami a sé.
Eppure le condizioni politiche per mandarlo definitivamente a casa ci sono. Roberto Weber, presidente dell’istituto SWG, ha fatto previsioni devastanti per la maggioranza:
"Se si votasse in questo momento, il Pdl non prenderebbe più del 22-25%, mentre la Lega si attesta tra il 7% e il 9%”.
Un terremoto politico-elettorale che si abbatte sul centrodestra. Ma non può stare tranquillo nemmeno il centrosinistra.
I partiti di opposizione tengono perché guardano ai propri serbatoi di consensi e anche perché perdura la chiave anti-berlusconiana (punto sul quale Bossi ci sta mettendo del suo). Il Partito democratico si attesta attorno al 25% e molto probabilmente sarebbe la prima forza in caso di elezioni, anche perché gli scandali come quello di Penati sono molto sfumati”.
Ma che si possa verificare un terremoto politico emerge da un’altra considerazione, la più importante. Il Paese è distantissimo da questa classe politica e ne farebbe volentieri a meno
C’è una grande indecisione e quindi un'ottima possibilità di successo per chi scegliesse di entrare in campo".
Luca Cordero di Montezemolo come anche il Terzo Polo (“…che alle ultime amministrative è andato benissimo nelle città piccole - tra il 14 e il 19% -. Con Montezemolo leader potrebbe arrivare tranquillamente sopra il 20%" dice Roberto Weber).
Ma come anche forze politiche nuove, espressione della società civile, che tuttavia se esistono, paiono non andare oltre ai grillini in questo momento. Con disappunto per i cittadini che vogliono il rinnovamento guardando a sinistra, senza trovare nulla di nuovo, né leader né idee, né piani.

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