14 ago 2011

Province in fuga! Ecco quelle “speciali” che non si fanno cancellare

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Province in fuga...
Si salvi chi può. E chi non può paghi per tutti.
L’Italia non è mai una, mai, c’è sempre qualcuno che fa eccezione, a nord come a sud. Ve l’eravate dimenticato?
Il Governo ha appena annunciato la soppressione delle Province sotto i 300mila abitanti (leggi qui) e a distanza di poche ore i diretti interessati sono già scesi in campo per salvarsi l’ente che gli paga lo stipendio e gli garantisce ampia presa sul territorio. Saranno 37 le Province cancellate? Macchè!

E’ il kmq che conta! Quelle con un territorio di più di 3.000 chilometri quadrati, poverine, non saranno cancellate, grazie ad un cavillo, anche se con una popolazione irrisoria. Eccole: Olbia-Tempio Pausania, Oristano (metà del limite dei 300mila abitanti), Nuoro, Ogliastra, Sondrio, Matera, Siena,  Grosseto e Belluno.

Regioni autonome? Autonomissime! Figuriamoci se le Regioni autonome poteva mangiarsi questa decisione di Roma (ladrona?). Subito si affrettano a tutelare le cose loro, in uno scambio di piaceri tra enti che sarà ripagato prima o poi.
Renzo Tondo, berlusconiano governatore del Friuli, ricorda che la è della sua Regione, autonoma, e non di Roma, sicché le Province di Trieste e Gorizia non verranno abolite, tuttalpiù accorpate. E non abolirà neppure i Comuni sotto i 1.000 abitanti, accorperanno solo i servizi.
E la Sicilia che dice? Il democratico Antonello Cracolici ha ricordato che è la Regione che semmai le abolisce. Il siculo Gianfranco Micciché, -  sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “In questo governo siede tanta gente che non conosce il Paese. Esempio: l'accorpamento delle Province regionali di Enna e Caltanissetta è il risultato "matematico" del criterio adottato dal governo, ma è un risultato aberrante”.
La Sardegna non poteva certo stare alla finestra.  Tutte le Province della Sardegna potrebbero sopravvivere alla soppressione e con esse i comuni sotto i 1.000 abitanti perché l'articolo 3 dello statuto speciale, testo di rango costituzionale mentre il decreto delineato dal Consiglio dei ministri avrà valore di legge ordinaria, attribuisce alla Regione potestà legislativa in materia di ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni, seppure in armonia con la Costituzione. Lo riporta il sito del Corriere della Sera.

Alla fine ne sono rimaste 22 da abolire, che certamente staranno riflettendo a cosa appigliarsi.

Bella testimonianza, questa delle Province, di una classe politica che pare sempre più allo sbando. Un mese fa Pdl e Lega avevano votato “no” alla proposta di Di Pietro di procedere a cancellare questi enti dalla Costituzione. Il Pd si era astenuto, ora, dopo la manovra, cambia idea e propone una alternativa al piano di Tremonti, ovvero, dimezzare le Province.
C’è qualcosa di serio in tutto ciò?

3 commenti:

Tirsi ha detto...

E ti pareva! Questo è il paese dei salta-fossi, volta-gabbana e i governanti attuali sono una dimostrazione efficace.
Dire e non dire, ammettere per poi negare, è sempre demerito degli altri aver travisato il senso di quello che si è detto. Questo è lo specifico del carattere degli italiani, che credono di essere furbi a tal punto da danneggiare se stessi.
Per stare insieme come paese, vivere in democrazia occorre cambiare mentalità altrimenti saremo sempre succubi della nostra imbecillità.

Julius ha detto...

come volevasi dimostrare.. solo fumo e null'altro. E noi gonzi che ci speravamo........ Ma io ho deciso: da oggi evasione fiscale a tutto spiano, e mi trovino se riescono !!!!!

lorella ha detto...

@tirsi: cambiare mentalità ad un paese come il nsotro? impresa epica. dovrebbero invaderci e dominarci per anni.