17 ago 2011

Il disco in vinile? Non muore mai, anzi, ritorna!

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Il giradischi gira ancora
Se avete dei dischi in vinile in casa avete certamente qualche bel ricordo nel cuore. Era l’era analogica, il fruscio provocato dalla puntina nel solco faceva parte del suono, sporcava l’atmosfera: imperfetto, il suono del vinile suonava più sincero.
E suona ancora così, e sempre più. Soppiantato dal CD, a suo volta in declino per via della musica da scaricare, oggi gli appassionati che comprano vinile sono sempre di più.
Le vendite di dischi in vinile  sul mercato britannico salgono: sono incrementate 55% nei primi 6 mesi di quest’anno.
Si tratta di un mercato di nicchia naturalmente: 168.296 pezzi. Il disco più venduto è of ‘King of Limbs’ dei Radiohead (20.771), ben dietro ‘Different Gear Still Speeding’ album di debutto della nuova band Beady Eye's dell’ex cantante degli Oasis Liam Gallagher (dati Entertainment Retailers Association). Ma è il quarto anno di fila che le vendite del vinile crescono in Gran Bretagna.
In USA il vinile sta sperimentando un trend simile.  In sei mesi quest’anno sono stati venduti  1,88 milioni di pezzi, con un incremento del 41.2%.
In entrambe i paesi, comunque, il totale dei dischi in vinile non quota nemmeno l’1,5% del totale. Una nicchia appunto.
In parte per il suono più caldo, in parte gli artwork delle copertine, veri capolavori in alcuni casi, il vinile cattura l’immaginazione degli acquirenti, sebbene costi il doppio di un CD. Il successo del vinile presso gli appassionati (certo non gli acquirenti occasionali di musica) dimostra che se il pack è interessante le potenzialità di vendita ci sono, e che il prodotto dematerializzato, l’mp3 per capirci, non ha lo stesso fascino, è solo molto pratico.

Un po’ di storia e di tecnica. Il grammofono funziona con i dischi in vinile e fu inventato dal tedesco Emilie Berliner nel 1887. I dischi cominciarono ad essere stampati in serie nel 1898
Sul disco in vinile (policarbonato di vinile) le informazioni vengono registrate - su entrambe le facciate - in modo analogico tramite microsolchi a spirale che partono dall’esterno del disco e finiscono  al suo centro.
I dischi in vinile vengono classificati in base alla velocità di riproduzione: 78 giri, 33 giri, 45 giri, e il 16 giri, con diametri di  16 pollici, 12 pollici, 10 pollici e 7 pollici. Il motore fa girare il piatto su cui è poggiato il disco in modo che tenga una velocità angolare costante, quella del valore di registrazione del disco.
Il segnale è letto da una puntina (materiale: cristallo piezoelettrico – quella più pregiata - , in alternativa magnetico o ceramico ) alla estremità del braccio del lettore, che scorre all’interno del solco e che in base alle variazioni nel solco rende un segnale di bassa frequenza. Il vinile a 33 può riprodurre brani fino a 64’ (per questo è detto LP, cioè" long playing"), il 45 giri fino a 5,30’.
I primi dischi erano incisi direttamente dagli artisti, che suonavano e il suono faceva  vibrare la puntina che oscillando gravava la superficie del disco. Naturalmente l’incisione era di bassissima qualità e inoltre per riprodurre più copie l’artista doveva suonare altrettante volte.
Successivamente le cose cambiarono. Veniva anzitutto prodotto un “master” di lastre in cera e da queste lastre in cera si ricavavano due matrici metalliche;  la duplicazione avveniva con stampa a caldo del disco messo tra le due matrici metalliche; la capacità di duplicazione salì ad oltre 10'000 copie al giorno.
Più avanti ancora la matrice cesserà di essere in cera. Infatti la prima registrazione viene fatta su nastro magnetico, supporto che peraltro consente di modificare la traccia musicale. Fatto il nastro il disco master è creato tramite incisione di un disco acetato e poi delle placche metalliche che servono per la produzione in serie.
Poi, il digitale, ma questa è un'altra storia.

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