9 ago 2011

Vilipendio allo Stato e vilipendio di Stato

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Bossi si esibisce nel pezzo forte del suo repertorio, il dito medio
80 morti ammazzati da un ordigno in una stazione ferroviaria  rimasti senza giustizia dopo decenni sono non solo una ferita nel cuore dei loro parenti ma un mostruoso scempio dei fondamenti democratici del nostro Paese che non ha saputo, o meglio, voluto, fino ad oggi chiudere questa dolorosa parentesi della recente storia repubblicana arrivando alla verità.
Non ha voluto perché i mandanti, più che gli esecutori, sono certamente in vita e probabilmente seduti sugli scranni di importanti istituzioni o ne muovono in qualche modo le fila. Il presidente della associazione familiari delle vittime della strage di Bologna, nella recente commemorazione, alla quale non ha presenziato (stranamente) alcun ministro – espressione dell’attuale governo di centrodestra presieduto da un premier affiliato alla P2 – ha fatto pesanti riferimenti a questa situazione (che lo Stato sia mandante o spettatore passivo di stragi?) e casualmente uno degli accoliti del primo ministro - Fabio Garagnani (Pdl)  - si è risentito arrivando a dichiarare che per le sue dichiarazioni il presidente della associazione familiari delle vittime della strage va accusato di vilipendio alle istituzioni (violazione dell’articolo 290 del Codice Penale)  e per questo penalmente perseguito.
Ora, le istituzioni sono quelle che anzitutto hanno ritenuto di non farsi rappresentare con le più alte cariche alla commemorazione, peccato morale che sa di vigliaccheria e segnale fin troppo evidente di dissociazione da una parte del paese, quella della gente che subisce.
Inoltre, all’on. Garagnani, che con cotanta solerzia vorrebbe denunciare per vilipendio alle istituzioni, mi domando con che faccia lui possa tutelare quelle stesse istituzioni che sono dileggiate quotidianamente dai suoi alleati di Governo, i padani della Lega Nord, i quali col tricolore si pulirebbero volentieri i fondelli sulla pubblica piazza. All’on. chiediamo di leggere quanto sta scritto all’art 1 dello statuto del Carroccio:
Il Movimento politico denominato Lega Nord  per l’Indipendenza della Padania” costituito da associazioni politiche, ha per finalità il conseguimento della indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica federale indipendente e sovrana”.
L’art. 5 della Costituzione Italiana sancisce che  la Repubblica è una e indivisibile, domandiamo quindi all’onorevole, così solerte nel minacciare chi si è visto portare via i parenti da una strage le cui indagini hanno patito fior di depistaggi, se chi agisce o proclama di volere agire per creare una altra entità sul territorio della Repubblica (e parla di secessione) sia da perseguire penalmente o da portare al governo come proprio alleato.
Se secondo Garagnani il presidente dell’associazione familiari delle vittime sia da denunciare perché protagonista (si legge sui principali quotidiani) di “atteggiamenti potenzialmente eversivi dell’ordine democratico che mirano a delegittimare i principi fondamentali dello Stato e della democrazia rappresentativa”, mentre i suoi alleati leghisti non lo sono quando auspicano la secessione.
Spieghi l’onorevole perché si è alleato con chi il vilipendio alla Repubblica e ai suo simboli l’ha già attuato ripetutamente. E spieghi questa alleanza in che ‘do ut des’ trova i suoi motivi.
E in ultimo, non si vergogna di un alleato che ha ministri che si rivolgono al Paese mostrando il dito medio un giorno sì e l'altro anche?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma piantatela di fare sempre e comunque polemica.....tra l'altro hanno fatto bene a non andare in piazza perchè tutti gli anni, in occasione della commemorazione, qualsiasi ministro di qualsiasi governo si presenti in piazza viene puntualmente fischiato e insultato...vi pare giusto?

Anonimo ha detto...

e secondo te come mai li fischaino dopo decenni senza giustizia? (paul)

franco colombo ha detto...

non si criticano i poveri vecchi dementi.. tuttalpiù si compatiscono...